Altro che Tiziano Ferro...
17.9.07
11.9.07
Nelly... che c%$*o hai fatto?
10.9.07
Note in ordine sparso...
- E’ da un po’ che mi interrogo sul senso di questo spazio. I punti sono due: il primo è che le ragioni contingenti che mi hanno portato ad aprirlo si sono un po’ perse o quantomeno attenuate. Diciamo che in questo momento più che un’esigenza di fuggire da qualcosa sento forte l’esigenza di approdare a qualcosa. Trovare punti fermi. Almeno due.
- Non amo l’hip-hop, ma Kanye West è un genio. Qualunque cosa faccia.
- Il secondo è che vorrei trovare nuove strade, provare a reinventare un po’ questo spazio. Intraprendere una direzione meno disfattista e più costruttiva. È un po’ quello che ho provato a fare in post come questo. Che poi pensandoci bene, è qualcosa di strettamente legato al primo punto.
- Forse il rock & roll è morto, ma il Boss è vivo. E canta insieme a noi.
- Il sondaggio l’ha stravinto Megan Fox. Ma mi sono rotto di mettere foto sue e del suo tatuaggio.
- Timbaland sarà anche un geniaccio, nonché l’artefice dei successi di Nelly Furtado, Justin Timberlake e tanti altri, ma dovrebbe evitare di apparire in tutti i video. E basta!
- Un ragazzino diviene adulto quando scopre il sesso? O quando scopre la morte? O magari entrambi? Intorno a questa domanda verte un’idea che mi è venuta da un po’. E che spero di poter sviluppare, passata la tempesta. Per ora l’annoto qui, sennò pure va a finire che mi sfugge…
- James Blunt non è una meteora. È uno che le canzoni le sa scrivere.
- Se non troverò qualcosa di nuovo da inventarmi per il blog, mi sa che lo chiuderò. Magari ad un anno esatto dalla sua apertura, il 17 dicembre.
- Ma quanto è bella la nuova canzone di Alicia Keys?
ps: l'immagine non c'entra niente. Ma è uno dei miei quadri preferiti.
7.9.07
Guida sciagurata per Gente Sedotta & Bidonata! - prima parte
Parafrasando il mitico Lou Gossett jr. di “Ufficiale e Gentiluomo” - Ci sono due cose che vengono dalle donne: le gioie e i dolori. E io non vedo gente sorridente in giro!
Sì perché ci sono momenti in cui le donne decidono che è tempo di mollare tutto e tutti, lasciandoci improvvisamente soli con tante domande, qualche rimpianto e un pizzico di bruciore al culo…
Ma niente paura perché è in momenti come questo, quando tutto sembra perduto, niente ha più senso ed il bicchiere ci appare vuoto mezzo vuoto o forse semplicemente bucato che bisogna tenere duro e ritrovare se stessi.
Per fare ciò non vi basta che leggere con attenzione le indicazioni che seguiranno e applicarle alla lettera.
Dopo poco, come per magia, tutto ricomincerà a girare alla grande.
Perciò, fate un bel respiro e…
COMINCIAMO!
I. UCCIDI IL TUO NEMICO
Forse ancora non lo sapete, ma avete un nemico che vi sta alle calcagna, e vi segue 24 ore al giorno, dovunque andiate.
Quel nemico è il vostro cellulare.
Sì, lo so a prima vista può sembrare un simpatico oggettino, con una sua dignità ed una sua utilità. Magari gli avete anche attaccato intorno quegli stupidi pupazzetti con le sembianze di Winnie the Pooh o Romano Prodi per renderlo ancora più simile ad un giocattolino infantile.
Ma non è così!
Perché in questi momenti il cellulare può diventare un terribile strumento di tortura!
“Che faccio, chiamo?”
“Le mando un messaggio?”
“Fammi vedere se per caso magari forse eventualmente ci ha ripensato…” e via di seguito.
Sono solo alcuni dei tipici pensieri che iniziano ad assillarci quando incominciamo a giochicchiare col cellulare nei soliti momenti di cui stiamo parlando.
È per questo che dovete sbarazzarvene al più presto. Non preoccupatevi di essere rintracciabili. In fondo, abbiamo vissuto tanti anni senza telefonino, che succederà mai facendone a meno per qualche settimana?
Dovete liberarvene, dicevo. Sì, ma come?
Nein! Nein! Nein! (questa è una grossa citazione…) Non come stai facendo tu rendendolo solo silenzioso.
E neanche come stai facendo tu, chiudendolo in quel cassetto acceso e con la suoneria al massimo.
Credete di farmi scemo?
Dovete sbarazzarvene.
Definitivamente.
Ci sono almeno un paio di metodi per farlo: il primo è prendere un martello e percuotere il cellulare fino a ridurlo in pezzettini. Se lo ridurrete ad un mucchietto di polvere vuol dire che avrete fatto buon lavoro.
Il secondo è quello che preferisco. È più complesso, ma fa sempre la sua porca figura.
È il classico metodo mafioso.
Per realizzarlo vi occorre: un metro e mezzo (meglio due) di spago piuttosto resistente, un masso di tre-quattro chili circa ed un ponte (possibilmente se siete a Roma l’ideale è quello dove tutte quelle coppie di decerebrati vanno a mettere i lucchetti dell’amore di “mocciana” memoria).
Fatto?
Bene, a questo punto non dovete far altro che legare un’estremità dello spago intorno al cellulare e l’altra intorno al masso.
Fatto?
Bene, ora non vi resta che affacciarvi dal ponte, sporgervi sul fiume/lago/mare di turno e far fare un bel tuffo al masso: il vostro cellulare lo seguirà a stretto giro facendosi una bella nuotata con lui prima di finire inabissato insieme ad una buona fetta di ricordi deleteri e pericolose tentazione.
II. TROPPO RUMORE
Mi state sentendo?
MI STATE SENTENDO?
Cosa diavolo è questa musica in sottofondo?
Forza, alzatevi ed andate a spegnere nell’ordine: radio, stereo, i-pod e televisione di sottofondo sintonizzata su canali musicali tipo mtv, all music e tele A (emittente di riferimento per gli appassionati dei due artisti di culto Gigione e Donatello e dei neomelodici in generale).
L’avete fatto? Bene, vedo che cominciate a ragionare…
Sì, perché, anche se può sembrare una sciocchezza, la musica in questi momenti può fare più danni che altro.
Il motivo?
Presto detto.
Forse non lo sapete ma il 97,5 % delle canzoni del globo parla di una sola cosa: A-M-O-R-E.
E, credetemi, anche se non ci avete mai fatto caso, non capite un’acca di inglese, e non prestate attenzione ai testi delle canzoni a meno che non siano usciti dalla magica penna del duo Apicella-Berluconi, nei momenti di cui stiamo parlando, in quegli stramaledetti momenti, come per incanto, quelle parole arriveranno ai vostri orecchi.
E dopo che saranno arrivate ai vostri orecchi continueranno a muoversi fino a giungere in un altro luogo.
Dove, posso assicurarvelo, vi faranno male.
Perciò, meglio evitare tutto questo e staccare l’audio per un po’…
Ok, se proprio non potete fare a meno dei neomelodici e di Gigione e Donatello, almeno azzerate l’audio e guardatevi solo le immagini. Non è un mio problema se siete masochisti col gusto dell'orrido...
III. COME UNA PIETRA CHE ROTOLA
Dovete stare in movimento.
Sempre.
In ogni circostanza.
In ogni istante della giornata.
Dovete muovervi.
Come una linea dal punto a al punto b e così via. Come una scheggia impazzita. Come una trottola. Come “Gigi la trottola”.
I vostri pensieri devono affannare ed imprecare per stare dietro al vostro passo veloce.
Tra voi e la pallina del flipper l’unica differenza dev’essere che quest’ultima, ogni tanto, può finire nel baratro…
Voi no.
Non dovete mai farlo.
Allora avete capito?
MUOVETEVI!!!
E fa niente se la gente vi prenderà per mentecatti vedendovi muovere senza sosta e senza criterio…
Come?!
Siete ancora qui?
Ma allora non mi seguite?
Forza, su!
Cosa fate lì impalati davanti al monitor del vostro pc?
Ho detto di muovervi!
Avanti, pelandroni, alzate il culo e muovetevi!
Magari, la prossima volta che passerete di qui troverete la seconda ed ultima parte di questa guida…
4.9.07
Summerless.
Qualcuno ha detto che l’estate è una stagione dell’anima, prima di ogni altra cosa.
Quest’anno, forse per la prima volta, ho preso pienamente coscienza di quanto questa affermazione sia vera.
Può esserci il sole, il caldo, il sudore, il mare, e tutto quello che volete voi, ma se non sei spensierato vuol dire che per te non è realmente estate.
Se dovessi riassumere quest’estate, la mia estate, direi che è proprio questa che mi è mancata: la spensieratezza.
Certo, mi si potrebbe obiettare che stare qui a parlare, sulla soglia dei trent’anni, di spensieratezza è un po’ come discettare di verginità con una puttana.
È vero anche questo.
Infatti, quando parlo di spensieratezza penso ad un concetto relativo, a quei rari e brevi momenti in cui riesci a chiudere a chiave le ansie, i pensieri, i dubbi e i timori nell’angolo più buio dello stanzino.
Momenti che di solito d’estate sono molto più frequenti che in qualsiasi altro periodo dell’anno.
È a questi momenti che mi riferisco.
Sono questi momenti che sono mancati.
I motivi sono vari, ma credo più di ogni altro abbia pesato sapere di un amico che stava passando l’estate in ospedale tra flebo, trasfusioni e altre sofferenze che avrebbero tramortito chiunque.
Sentirlo ogni giorno mi ha fatto comprendere che è possibile davvero, che ci siano estati senz’estate.
Ed ha aumentato il rimpianto per quando la parola estate significava un secchiello, una paletta e tanti sorrisi.
E la vita sembrava facile e divertente come giocare a biglie sulla spiaggia.
Intanto fuori piove e forse l’estate è finita davvero.
Forse.
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