4.9.07
Summerless.
Qualcuno ha detto che l’estate è una stagione dell’anima, prima di ogni altra cosa.
Quest’anno, forse per la prima volta, ho preso pienamente coscienza di quanto questa affermazione sia vera.
Può esserci il sole, il caldo, il sudore, il mare, e tutto quello che volete voi, ma se non sei spensierato vuol dire che per te non è realmente estate.
Se dovessi riassumere quest’estate, la mia estate, direi che è proprio questa che mi è mancata: la spensieratezza.
Certo, mi si potrebbe obiettare che stare qui a parlare, sulla soglia dei trent’anni, di spensieratezza è un po’ come discettare di verginità con una puttana.
È vero anche questo.
Infatti, quando parlo di spensieratezza penso ad un concetto relativo, a quei rari e brevi momenti in cui riesci a chiudere a chiave le ansie, i pensieri, i dubbi e i timori nell’angolo più buio dello stanzino.
Momenti che di solito d’estate sono molto più frequenti che in qualsiasi altro periodo dell’anno.
È a questi momenti che mi riferisco.
Sono questi momenti che sono mancati.
I motivi sono vari, ma credo più di ogni altro abbia pesato sapere di un amico che stava passando l’estate in ospedale tra flebo, trasfusioni e altre sofferenze che avrebbero tramortito chiunque.
Sentirlo ogni giorno mi ha fatto comprendere che è possibile davvero, che ci siano estati senz’estate.
Ed ha aumentato il rimpianto per quando la parola estate significava un secchiello, una paletta e tanti sorrisi.
E la vita sembrava facile e divertente come giocare a biglie sulla spiaggia.
Intanto fuori piove e forse l’estate è finita davvero.
Forse.
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3 commenti:
"e la chiamano estate" recita il titolo di quella bella canzone cantata da Mina e ripresa da Niki Nicolai...
Non la conosco. Vedrò di rimediare...
è molto bella.
forse un po' malinconica, ma a me piace, specie per il fatto che è soavemente retrò...
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