31.12.07
You Can (?) Always Get What You Want
- Allora, ci sei?
- Credo di sì.
- Credi??? Ancora a tentennare?? Basta passi falsi, intesi?
- OK. Ci sono.
- Allora vai.
APRIRE IL CASSETTO.
SVEGLIARSI PIU’ PRESTO, LA MATTINA.
STARE FERMO IL MENO POSSIBILE.
VIAGGIARE.
SCRIVERE TANTO.
SCRIVERE SPESSO.
SCRIVERE OVUNQUE.
TENERE APERTO IL CASSETTO.
DARSI OBIETTIVI. E REALIZZARLI. O, ALMENO, PROVARCI.
NON TRASCINARSI.
MIGLIORARE, E PARECCHIO, A GUITAR HERO.
PORTARE A TERMINE LE COSE, OLTRE CHE INIZIARLE.
USCIRE PIU’ SPESSO.
MENO INTERNET. MENO RIMPIANTI. E MENO GIRI DI PAROLE.
NON RICHIUDERE IL CASSETTO PRIMA CHE TUTTO QUELLO CHE C’E’ DENTRO SIA USCITO FUORI A PRENDERSI UNA BELLA BOCCATA D’ARIA.
Ah, dimenticavo. Buon anno nuovo.
Che il 2008 possa essere l’anno in cui spaccherete il culo al mondo!
24.12.07
Per fortuna, è arrivato anche quest'anno...
23.12.07
La mia generazione ha perso.
Ma almeno ha perso sul campo.
Battuta da avversari subdoli e sfuggenti come la precarietà dei lavori.
E quella dei sentimenti.
Mica mezze tacche come Mr. T e Ivan Drago.
La mia generazione ha perso.
Ma almeno si è allenata per combattere.
In mezzo ai banchi di scuola. Nelle aule universitarie. Nelle strade.
Mica davanti ad una PS2 o una X-BOX.
Al massimo, a dirla tutta, davanti ad un SUPER NES. Che è tutta un’altra storia.
La mia generazione ha perso.
Ma almeno se l’è giocata.
Non so se le prossime potranno dire lo stesso.
17.12.07
Tempus fugit.
Fuggire. Da una ventina di giorni a questa parte è diventato un pensiero fisso. Un rumore di sottofondo che proprio non vuole sapere di lasciarmi solo, pronto ad accompagnarmi in ogni gesto quotidiano, fosse anche il più semplice, il più elementare.
Il tempo fugge.
È passato un anno da quando queste parole sono apparse in rete segnando l’inizio di questo viaggio.
Erano parole dettate da un periodo difficile fatto di aspirazioni mancate dal punto di vista professionale e complicato ulteriormente dalle scorie di disavventure sentimentali.
Il tempo fugge.
Non posso dire con certezza se l’anno trascorso dall’apertura del blog sia stato migliore o peggiore del precedente.
Certamente è stato ricco di turbolenze, esitazioni, scatti in avanti e mezzi passi falsi.
La delusione professionale di cui parlavo l’anno scorso è ora un ricordo lontano.
Ma il suo posto ingombrante è stato preso da una delusione personale troppo vicina perché possa considerarsi reliquia del passato.
Il tempo fugge.
Qualcosa è cambiato, però, rispetto ad un anno fa.
Una maggiore serenità interiore.
La voglia di combattere.
La certezza che a volte, per poter ricostruire, si deve prima distruggere.
La consapevolezza che non si può perdere altro tempo stando voltati a guardare indietro.
La scoperta, forse tardiva, che le risorse per rialzarci dopo una caduta non risiedono altrove, ma solo e soltanto dentro di noi.
Il tempo fugge.
Durante quest’anno mi è capitato spesso di interrogarmi su questo spazio, sull’opportunità di mantenerlo in piedi o di chiuderlo del tutto.
Lascio o raddoppio? – Mi sono chiesto.
E alla fine ho deciso di raddoppiare.
Da qualche giorno In Fuga da Fermo ha un fratellino. Lo trovate QUI.
È uno spazio fatto d’immagini, video, musica e (poche) parole.
Anticiperà temi di questo blog e ne recupererà altri tramite rimandi e citazioni.
Sarà, almeno nelle intenzioni, lo spazio dell’urgenza, della corsa, con aggiornamenti quotidiani.
Mentre qui, su In Fuga da Fermo, si prenderà fiato, si approfondiranno spunti e vicende personali, si cercheranno punti fermi.
Il tempo fugge.
Tranne quando bisogna dire “grazie” a qualcuno.
Grazie a tutti quelli che sono passati da queste parti.
A chi ha apprezzato. Ed a chi ha storto il naso.
A chi ha sorriso. Ed a chi si è arrabbiato.
A Chi ha commentato. Ed a chi ha letto in silenzio.
Grazie a tutti.
E grazie in anticipo a chi continuerà a seguire questo blog.
Ci sono ancora miglia da percorrere e luoghi da visitare e persone da incontrare.
Ed io non ho nessuna intenzione di correre da solo.
La seconda stagione comincia adesso.
16.12.07
Sempre di domenica.
La domenica sto male.
A volte meno. A volte di più.
A volte fin dalla mattina. Altre dal tardo pomeriggio.
Sarà perché è il giorno che chiude il weekend e prelude ad una nuova settimana.
Sarà perché non ho impegni che mi tengano distratto e i pensieri si radunano nella mia testa.
Sarà perché è il giorno in cui soffro di più la solitudine.
Sarà per via di tutti questi motivi messi insieme o, forse, per uno solo di essi.
Fatto sta che la domenica sto male.
E per questo la odio.
11.12.07
Flash-forward.
L’ultima, doppia puntata della terza stagione di Lost è una delle cose migliori che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni.
E non mi riferisco solo a quanto visto in tv.
È una delle cose migliori, punto.
Cinema compreso.
Credo che il motivo principale risieda nel fatto che gli sceneggiatori hanno deciso, in questo doppio episodio, di sostituire i flashback con dei flashforward.
In pratica, allo spettatore viene data la possibilità di gettare uno sguardo non su ciò che è accaduto nel passato dei protagonisti, ma su ciò che accadrà dopo e lontano dall’isola.
Il risultato ottenuto è altamente drammatico: lo spettatore conosce in anticipo quale sarà la sorte dei protagonisti (in questo caso Jack e parzialmente Kate) senza però sapere come e perché ci si è arrivati.
Il ricorso ai flashforward conferisce ancora di più a Lost la forza di un enorme affresco, nel quale si intrecciano, come fili intessuti dal caso, tante esistenze, tutte profondamente, intimamente umane.
Se per caso avete smesso di seguire la serie, stufi di botole, misteriose sequenze numeriche e dei continui passi falsi di Jack, tornate sui vostri passi e ricominciate a seguirla.
Fregatevene dei misteri, delle domande eternamente inevase e guardate Lost per quello che realmente è: il racconto temporalmente frammentato di tante vite alla deriva.
E, proprio per questo, così simili alle nostre…
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