Super Santos: colore arancione
inconfondibile, intersezioni nere leggermente scavate nella plastica. E poi il
peso, quello giusto.
Calciare un Super Santos: questione di
forza e precisione. Tiri, la palla va dritta, al massimo una leggera
deviazione, se il vento spinge forte.
Super Tele: nessun colore specifico ad
identificarlo, leggero. Troppo.
Calciare un Super Tele: questione di culo.
Prendi la mira, fai la rincorsa, tiri un calcio e la palla fa quello che cazzo
gli pare.
A volte la vita è come un giro di campo con
un Super Santos tra i piedi: corri, mantieni il controllo, con un minimo di
destrezza salti l’avversario, calci forte e preciso e la palla, anche se sbanda
un po', finisce proprio dove la volevi mettere.
Più spesso è molto simile ad una serie di
calci di rigore tirati con un Super Tele: ti prepari, ce la metti tutta, ma il
pallone, che tu lo voglia o meno, prende traiettorie tutte sue.
Se ti va male finisce in culoalmondo.
Che ti viene difficile anche ricordare dov’è
che volevi piazzarla.
Che diventa difficile perfino recuperarla.
Però se ti va bene la palla, dopo un giro
strano e tortuoso, che nessuna legge della fisica sarebbe in grado di spiegare,
finisce in rete, lì dove nessuno può arrivarci e tu, come in una giocata di
Oliver Hutton che Ed Warner non riesce a neutralizzare, realizzi un gol
spettacolare.
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