4.7.07

Il "Sesto Senso" ci ha fregati tutti.


In principio fu “Il Sesto Senso”.
Poi sono arrivati “I Soliti Sospetti”, “Saw” (1, 2, 3 e prossimamente 4), “Unbreakable”, “The Village”, “The Others” e tanti altri che adesso mi sfuggono.

Sono arrivati, ed hanno cambiato il nostro modo di vedere i film.
In peggio.

Sì, perché prima dell’arrivo di questa ondata di film con il finale a sorpresa, quando si guardava un film ci si interessava alla storia.
C’era un inizio, che era fondamentale, perché doveva destare interesse.
C’era uno svolgimento, che doveva appassionarci raccontando degli avvenimenti (amori, amicizie, tradimenti, morti).
E c’era un finale, che aveva solo (per modo di dire) il compito di concludere degnamente la storia.
Di essere all’altezza di tutto il resto.
Questa era la funzione del finale: chiudere la storia.
Nella miglior maniera possibile, aggiungerei.
E basta.
Il finale doveva essere funzionale alla storia e non il contrario.
Perché vedete… è proprio questo il punto.
I film stile “Il Sesto Senso” hanno imposto questo nuovo meccanismo narrativo dove tutto avviene in funzione del finale a sorpresa.
Quasi non interessa a noi spettatori seguire con attenzione quello che succede durante la storia.
Siamo lì che aspettiamo IL FINALE.
Il colpo di scena che darà un senso tutto nuovo a quello che abbiamo visto fino a quel momento.

Non dico che i film con il finale a sorpresa che ribalta le carte in tavole siano brutti.
Alcuni tra quelli che ho elencato sono ottimi film.
Però sono convinto che questo stratagemma narrativo sia, alla resa dei conti, sbagliato.
Perché sminuisce tutto ciò che c’è tra l’inizio e la fine di un film.
Cioè la storia stessa, il cuore del film.
Il che non è poco.
Non è affatto poco.

Non siete d’accordo?
Allora vi invito a fare una prova.
Provate a rivedere uno dei film che ho citato all’inizio, avendo già chiara in mente la rivelazione finale che mette tutto sotto una luce diversa.
E ditemi se, aldilà del giochino di controllare se ad una seconda visione il meccanismo narrativo escogitato dagli autori regge, il film vi appassiona.
Io dico di no.
E sapete perché?
Perché la storia che hanno escogitato gli sceneggiatori e i registi di turno è scialba, ma così scialba che quando superiamo la cortina fumogena del finale ad effetto scopriamo con un pizzico di delusione che dietro non c’è niente.
Proprio un bel niente.

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