6.1.08

Tremenda simmetria.


"Ragno! Ragno!
Bruciante di luce.
Nella foresta della notte.
Quale mano od occhio immortale
può aver composto
la tua tremenda simmetria?"


C’è un qualcosa di perverso nel fatto che il tuo inserimento o la tua progressione nel mondo del lavoro debba passare necessariamente attraverso l’ok di chi ha un interesse uguale e contrario al tuo.
Mi spiego meglio: emergere come avvocato può voler dire sottrarre spazio a chi già ne ha.
Chi dovrebbe riconoscere le tue (presunte) doti e valorizzarle al massimo è la stessa persona che teme che tu possa diventare così bravo da portargli via, un domani, lavoro e successo.
Ma lo stesso può valere in altri campi: uno sceneggiatore di fumetti che legge i tuoi lavori e ne valuta le potenzialità rischia di concederti spazi che finiranno col restringere il suo.
Il professore o l’assistente universitario col quale collabori potrebbero tenerti confinato nell’angolo più angusto del loro staff piuttosto che farsi da parte e darti le chiavi della macchina.
E gli esempi potrebbero andare avanti all’infinito.
Non voglio discutere sulle ragioni che stanno dietro a questo meccanismo.
È sicuramente corretto che, in tutti i settori, si faccia un bel po’ di gavetta.
È senz’altro giusto che chi ha sudato e si è sbattuto per anni sia in una posizione di gran lunga migliore della tua.
Solo mi chiedo fino a che punto sia obiettivo il giudizio di chi, come dicevo prima, deve vagliare la bontà del tuo lavoro e farti crescere professionalmente a rischio di rimetterci sulla propria pelle.
A me sembra un po’ come se uno andasse da un tizio sposato da anni con una donna bella e affascinante e gli chiedesse: scusa, non è che ti leveresti dalle palle?
Sai com’è, tua moglie è una gran bella donna ed io vorrei farmici un giro…

3 commenti:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

good start