13.11.14

Niente da fare, l'ha letto.


Dannato Zuckerberg, io lo sapevo!
Lo sapevo che, dopo averci illuso che Facebook fosse una sorta di almanacco dei giorni perduti in grado di farci ritrovare le persone che credevamo smarrite per sempre, salvo poi trasformarlo, giorno dopo giorno, inserzione dopo inserzione, nel più grande centro commerciale tascabile del mondo, l'avresti combinata grossa anche con WhatsApp.
Lo sapevo!
Ma non credevo saresti arrivato a tanto.
Al punto da lasciarci tutti soli con le nostre certezze.
Sì, perché con la doppia spunta blu che prova l'avvenuta lettura del messaggio inviato non hai solo realizzato l'ennesima violazione della nostra privacy, - concetto decisamente sopravvalutato nell'epoca dei social network, che ha rivelato la nostra vera natura di voyeuristi ed esibizionisti al tempo stesso. 
No, con la doppia spunta blu hai fatto di peggio: ci hai tolto il dubbio. 
E togliendoci il dubbio c'hai privato dei sogni.
Della possibilità di sperare. 
Di crogiolarci nell'incertezza:  
- allora?
- Lo avrà letto? 
- Perché non mi risponde?
- Sarà impegnata.
- Ah, già mi pare che a quest'ora è in palestra.
- Anzi, no. Avrà il cellulare lontano. Silenzioso. Senza vibrazione. Spento. Con la batteria staccata come gli infiltrati nei film polizieschi.
E tutte quelle paranoie che chiunque abbia perso almeno una volta nella vita la testa per qualcuno può capire.
C'hai tolto la possibilità di appigliarci a tutti i segnali più equivoci possibili, trasformarli in solidi punti di appoggio dai quali prendere la rincorsa e, armati di tutta l'incoscienza di cui siamo capaci,  spiccare il balzo verso la più prevedibile delle delusioni.
Già non erano tempi facili.
Da qualche giorno a questa parte lo sono ancora di meno per i sognatori.

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