21.11.07

Stand By Me.


Quando il futuro ti appare incerto come una sottotrama di Lost e il presente è piatto come una fiction italiana (una qualsiasi, fate voi), c’è solo un gesto che sei portato a compiere con naturalezza: girare il collo e gettare indietro lo sguardo.
È altrettanto naturale che tutto ciò che lo sguardo potrà scorgere risulterà pieno di fascino, audace ed innocente al tempo stesso, denso di emozioni, come avvolto da un alone in grado di conferire ai ricordi, anche quelli più banali e quotidiani, il colore del MITO.
Non c’è nulla di sconvolgente in questo meccanismo.
È tutto perfettamente naturale, come ho detto.
Il problema è che il passato può essere il più sicuro dei rifugi, ma anche la peggiore delle trappole.
L’idea che la parte migliore di te sia rimasta incastrata da qualche parte nel 1987 o giù di lì, che la disillusione debba farla da padrone come il peggiore dei bulli, che tutto ciò che sarà non potrà mai essere all’altezza di quello che è stato è davvero difficile da mandare giù.
Però, al tempo stesso, è troppo il fascino che emana il passato per resistergli.
E così non puoi proprio fare a meno di frugare nei ricordi, sperando di trovare ciò che ancora, a fatica, stai cercando.
Sperando di ritrovare lì in mezzo, tra un po’ di paccottiglia e tante cose preziose, te stesso

Nessun commento: