1.2.07

Paura, eh?


Esattamente un anno fa sostenevo le prove scritte del concorso in magistratura.
Ad un anno di distanza i ricordi di quei due giorni non sono affatto nitidi, ma, al contrario, indistinti.

Confusi.

Ricordo con precisione alcuni momenti.
Piccoli episodi insignificanti.
Ma ci sono sensazioni che è difficile dimenticare.
La tensione prima della lettura delle tracce.
Lo spaesamento mentre le dettavano.

La paura.

Non quella iniziale, appena terminata la dettatura, ma quella che mi ha colpito a metà del giro, quando il tempo sembrava scivolare inesorabilmente verso la fine, impedendomi di ragionare fino in fondo con il giusto distacco. Con la giusta freddezza.

Che brutti scherzi può tirarti la paura, eh?

Ieri sera ero al Pala Eldo, ad assistere ad un incontro di basket.
In palio il passaggio alle Top 16, l’ingresso nell’elite della pallacanestro europea.
Una partita storica per la squadra partenopea.

Stavamo vincendo ed anche con un buon distacco.
Poi, negli ultimi minuti del quarto quarto, il caos.
Gli avversari a recuperare, a mettere dentro tutti i punti necessari a ridurre il distacco.
Noi ad affannare.
Nessuna idea in attacco.
La miseria di 4 punti negli ultimi 5 minuti.
Molli in difesa.
Gambe che tremavano.
I palloni che potevano regalarci la vittoria regalati sì, ma agli avversari.
E tutti noi spettatori, lì, a guardarci negli occhi, spaesati e a chiederci – Cos’è successo?
Già. Cos’è successo?

La paura.
Ha colpito. Ancora una volta. E ha vinto. Ci ho pensato a lungo, ma…
…non c’è altra spiegazione per quei passaggi molli.
Per quei tiri sghembi.
Quelle gambe tremanti.

La paura.

Può fare più danni di qualsiasi male.

Paura di fallire.

Paura di lasciarsi andare.

Di innamorarsi.

Di soffrire.

Di perdere una persona a cui teniamo.

Di perdere qualcosa a cui teniamo.

Di perdere.

La paura ha tante facce.

Ma una sola anima.

E quando la conosci (e prima o poi la conosci, non c’è scampo…), è difficile liberartene.

Però ci proverò lo stesso. A combatterla.

E spero tanto, fra un po’ di tempo, di essere lì, ancora in piedi, col coltello fra i denti.
Pronto a ridurre a brandelli i mille volti della paura.
Proprio come il tipo che vedete qui sotto...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mamma mia sto post sembrache l'ha scritto giacomo leopardi e mangiati una risata!

Anonimo ha detto...

Sbrandizziamo la paura!

Anonimo ha detto...

E' inevitabile avere paura, è un sentimento più forte di noi, ma l'unica cosa che possiamo fare è affrontarla e sostenerla. E per affrontarla e sostenerla c'è bisogno di essere circondati da persone che ci vogliono bene,che condividano le nostre paure in modo da renderle più sopportabili.