8.5.08

Finché c'è paggio c'è speranza


Lo ammetto: ho sbagliato.
Ho preso questa figura goffa, patetica, a tratti imbarazzante, con la lancetta dell’orologio perennemente a mezzogiorno e lo sguardo vuoto di chi ha intravisto (ma non toccato) la triforza, e l’ho idealizzata fino ad avvolgerla nell’alone del mito.
Poi ho sbagliato ancora.
Ho puntato l’indice contro la donna paggista.
Ho provato a comprenderne la psicologia tra crudeltà, indifferenza, una buona dose di egoismo e tanta superficialità.
Ho cercato di dare una scossa ai paggi di tutto il mondo (me compreso), nella speranza che comprendessero la loro triste condizione e provassero a mettersi alla ricerca della dignità perduta.
Ma ho soltanto perso tempo.
Al paggio tutto questo non interessa.
Il paggio vive di affetto e attenzioni non corrisposte.
Il paggio ci sguazza nello squilibrio del rapporto con la donna desiderata.
Il paggio gongola per un bacetto accennato, una mezza parola appena sussurrata e subito ritrattata, un messaggio che arriva tardi, non è quello che si aspettava, ma che sì, tutto sommato, non è poi da buttare.
Al paggio piace chiudere gli occhi e sognare.
Fa niente che quando li riapre la vista è offuscata dai lucciconi.
E così, anche se in ritardo, ho capito.
Che non è il paggio a non poter vivere senza la donna che brama.
che nove volte su dieci non avrà mai.
Ma è il contrario.
È la donna paggista a non poter fare a meno di un paggio.
Perché la donna paggista è poca cosa senza un paggetto al suo servizio.
Perché la donna paggista non è niente senza un paggetto o due che le ronzino intorno.
E non a caso dico “un” paggio e non “il” paggio.
Perché i paggi sono intercambiabili, come le ruote di una macchina, i versi di una canzone di Gigi D’Alessio, le lacrime nella pioggia.
E finché esisteranno paggi non avrà senso prendersela con le donne paggiste.
Perché vorrebbe dire puntare al bersaglio sbagliato.
Insomma, morto un paggio se ne fa un altro.
O, se preferite, il paggio è morto. Lunga vita al paggio!

1 commento:

Unknown ha detto...

wow, come hai raccontato bene! condivido con te tutto, sei ironico e puntuale. Complimenti!