5.5.07

Continuavano a chiamarlo Uomo Paggio.


- Sì, mi ricordo di lui. – Gigi Fregni socchiude gli occhi mentre risponde alla mia domanda. Per un attimo sembra assentarsi completamente, come se l’aver soltanto evocato quel nome avesse riportato alla luce chissà quali terribili ricordi.
- Eccome, se non mi ricordo di lui. – Sono sulle tracce dell’Uomo Paggio. È da un bel po’ che cerco di incontrarlo, ma trovarlo è diventato improvvisamente difficilissimo. E così ho intrapreso una ricerca cominciando dalle prime persone che hanno avuto a che fare con lui fino ad arrivare a Fregni. È l’ultimo ad aver incontrato l’Uomo Paggio prima della sua misteriosa scomparsa e mi chiedo se non sia stato proprio il loro incontro la vera causa dell’improvviso gesto del Paggio.
- Un caso disperato. – Sospira. – Un caso davvero disperato. – Scuote la testa. Forse non tutti sanno che il cinquantaduenne Fregni è stato uno dei pensatori più importanti degli ultimi anni, teorico di un movimento maschilista tornato alla ribalta come reazione alla progressiva emancipazione femminile. E, se ancora non avete capito di chi si tratti, certamente avrete avuto modo di leggere alcuni dei best-sellers da lui firmati e tradotti in tutto il mondo. Vi dicono niente titoli come, “Tu cucini, tu lavi, tu stiri. Io penso”, “Come trasformare la vostra donna in una serva ubbidiente”? No? Allora vuol dire che siete nei guai…
- E’ venuto da me chiedendomi di liberarlo, di fare qualcosa per lui… io ci ho provato, ma… - Prosegue Fregni. – ma.. veda... non c’era più nulla che potessi fare. Era perso. Completamente.
Ricordo bene quell’incontro, iniziò più o meno così:

- Dottor Fregni, lei deve aiutarmi. Io cerco sempre di accontentare le donne che corteggio, faccio qualsiasi cosa per loro, ma non raggiungo mai nessun risultato. Anzi, finiscono sempre con l’approfittarsi della mia bontà, della mia generosità… Crede ci sia qualcosa di sbagliato in me? – Lo squadrai da capo e piedi. Ai piedi indossava delle scarpe azzurrine modello ballerina con micro-tacco di tre centimetri ed una punta che risaliva all’insù stile mille e una notte ma dei poveri. Le gambe erano strette in una calzamaglia che originariamente doveva essere bianca ma che con l’usura aveva acquistato un dubbio colorito tra il giallognolo ed il grigio-topo. Più su una blusa blu adornata di pietre finte tipo quelle che usano le bambine per fare le collanine quando hanno tre anni ed arricchita dalla presenza di un singolare colletto merlettato tranquillamente utilizzabile come centro-tavola. Come se non bastasse portava anche un ridicolo cappello da pittore indossato all’incontrario dal cui centro spuntava una lunga piuma di piccione morto (da almeno una decina d’anni…). Completavano il quadro desolante una serie di simpatici sonaglini collocati ai bordi del cappello che risuonavano molesti nell’aria ad ogni minimo movimento del Paggio. – Beh… direi che qualcosa nel look andrebbe cambiato… Magari vestirsi con qualcosa di più moderno, non siamo mica nel seicento?
- Ah, no? – Rispose il Paggio e l’assenza di ironia nella sua voce fece trasalire Fregni. – Ci è cascato, eh? – Chiese il Paggio, con l’aria di chi la sa lunga. – Non si preoccupi… lo so, lo so che non siamo nel seicento, ma… dottor Fregni, il punto è proprio questo: per me le donne sono come fiori, tanti petali profumati e luminosi da trattare coi guanti e lo spirito che deve animare chi le corteggia non può che essere quello degli antichi cavalieri. – Al suono di quelle parole Fregni cominciò ad accusare un lieve malore, forse era un principio di infarto, forse erano le budella che avevano preso a contorcersi nel vano tentativo di uscire fuori da quel corpo e di allontanarsi al più presto anche da quella stanza… - No! No! Ma lei è pazzo? – Provò a reagire Fregni - Cosa sta dicendo? Cosa sono queste eresie? Lei viene qui da me, che ho combattuto anni ed anni di battaglie per il ritorno alla sottomissione femminile, e vuole che io stia ascoltare queste sciocchezze? Mi faccia un favore, se ne vada!
- Dottore… ma io… sono qui per liberarmi, per avere un aiuto da lei, mi dica qualcosa, mi dia un consiglio, anche piccolo… - Fregni ci pensò su un attimo. Poi decise di dare un consiglio al Paggio. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di toglierselo dai piedi, lo voleva fuori da quella casa, non sia mai la sua giovane moglie avesse ascoltato o intravisto quell’uomo, chissà quali strane idee le sarebbero venute in mente… - Ricorda Paggio: c’è una cosa che non devi mai perdere, anche quando corteggi una donna…
- Cosa?
- La dignità!
- Cosa?
- LA DIGNITA’!!!
- Cooosa? – Furono quelle le ultime parole pronunciate dal Paggio in casa del Fregni prima che la suola della scarpa destra di quest’ultimo si stampasse sulla parte posteriore della calzamaglia dell’Uomo Paggio, più o meno all’altezza del deretano, rendendola ancora più grigia.

- E’ così che è andata.
- La ringrazio, dottor Fregni, il suo intervento è stato prezioso per la mia ricerca.
- Di niente, si figuri. Ora però… se non le dispiace, dovrei tornare ai miei studi.
- Assolutamente.
- Aspetti, la faccio accompagnare da mia moglie.
- No, lasci stare, faccio da solo…
- Ma quale solo e solo! Mia moglie vive per servire. Me e i miei ospiti! Ora la chiamo. – Fregni tirò fuori dalla tasca un campanellino, lo agitò nell’aria, facendolo risuonare nell’aria e prese a fissare con attenzione il quadrante dell’orologio che portava al polso sinistro. Non passarono molti secondi che da una delle porte dell’enorme salone fece il suo ingresso una donna, di una ventina d’anni più giovane del Fregni, molto piacente. Bionda, alta, bella. Aveva tutte le curve al posto giusto. Ma la cosa più strana era l’abbigliamento: la donna indossava un vestitino nero da servetta, con tanto di guanti bianchi e nastrino dello stesso colore a cingerle la chioma fluente.
- Ci hai messo troppo. – Le disse Fregni con tono severo. - Venti secondi sono troppi.
- Ma… dottore io… - Provò la poverina a discolparsi.
- Niente ma. Devi essere più svelta. Perché credi che abbia scelto di rimpiazzare quella vecchia babbiona della mia ex moglie con te?
- Magari perché…
- Sì, vabbé… anche per quei motivi lì… ma comunque devi essere più veloce. Ora comunque vai… Accompagna il signore alla porta, poi discuteremo della tua punizione. – Mi alzai e seguii la povera donna fino all’ingresso. Questa, arrivata all’ingresso, aprii la porta e mi fece segno di uscire. Prima di andarmene, però, non potei fare a meno di rivolgere una domanda alla sventurate serva… ehm moglie di Fregni – Mi scusi, signora, ma… suo marito la tratta sempre così?
- …No. Non proprio sempre... - Nei suoi occhi scuri vidi accendersi una luce particolare. - …Fa così specialmente quando ci sono gli ospiti… – E sorrise, lasciando che quel sorriso scomparisse dietro la porta che si chiudeva completamente alle mie spalle.
Rimasi fermo sull’uscio, perplesso, convinto che in quel quadretto ci fosse qualcosa che mi stava sfuggendo.
Non so se sia stato lo shock per il terribile racconto di quell’incontro tra Fegni e l’Uomo Paggio, o l’emozione per avere conosciuto di persona un così grande uomo, o, ed è forse l’ipotesi più probabile, lo sconquassamento provocato dalla vista della signora Fregni, eppure mi parve di sentire che, dietro la porta chiusa alle mie spalle, una vivace discussione tra i coniugi Fregni stava avendo luogo.
- Stavolta hai davvero esagerato! – Gridava ad alta voce la signora Fregni.
- Ma io…
- Questa pantomima per il tuo pubblico deve finire!
- Ma… Monica, perdonami… io.
- Non ho voglia di parlare con te! Ora vado in camera a togliermi questo ridicolo vestitino ed a rivestirmi.
- … … …
- Ah, dimenticavo… Il tuo grembiule è in soggiorno. Ora va’ e mettiti al lavorare che a causa di quell’inutile giornalista hai perso tempo… C’hai ancora la cucina e i bagni da ramazzare.
- Ma Monica.. io…
- Forza, vai! Non ti ha insegnato niente quel magnifico uomo che venne a trovarci qualche di tempo fa? Com’è che si chiamava… Piggio? Poggio?
- P-Paggio… si chiamava Uomo Paggio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Trombino le squillo!!!
Ehm... scusate... gli ultimi viaggi...
Squillino le trombe!!!
Il paggio è tornato!
Ed anche in modo molto interessante, profondo e divertente, in perfetto stile "Lucas".
Purtroppo, al momento, non posso dilungarmi: sto per andare allo studio, ma, come vedi, caro Lucas, non ho dimenticato la "giornata del paggio" e, stamattina, collegarmi al sito è stato il mio primo pensiero ;).
Un invito iniziale, rivolto in particolar modo agli anonimi: commenti costruttivi, volti al confronto, niente attacchi distruttivi e bombardamenti fine a se stessi, please...
W il ritorno del paggio!

Lucas ha detto...

Grazie mille per i complimenti, El Tiburon.
Spero che più tardi torni da queste parti.
Il Paggio-Day è soltanto all'inizio...