9.3.07

La miglior difesa è l'attacco?


Quante volte capita che fai presente a una persona una mancanza, muovi una critica e, per tutta risposta, vieni attaccato, magari spostando l’attenzione su tutt’altra cosa rispetto a ciò di cui si stava discutendo?

Non so a voi, ma a me è capitato spesso.

Stai discutendo con una persona, ritieni che abbia sbagliato, sei convinto, magari erroneamente, ma in buona fede di avere ragione e, tutt’a un tratto, senza neanche rendertene conto, mentre stai parlando, ti accorgi che i termini del discorso sono ribaltati.

Sei tu ad essere messo in discussione.

Sei tu ad essere sotto osservazione.

Sei tu ad aver sbagliato.

Non importa che sull’aspetto specifico di cui stavi parlando avessi ragione. C’è sicuramente qualcosa che ti può essere rinfacciato o, comunque, le cose non stanno come dici tu perché tu puoi sbagliare e sbagli anche spesso, ma dall’altro lato no, sbagliare non rientra nelle opzioni.

È vietato.

Non fa parte del DNA.

Qualche esempio può aiutare a comprendere meglio ciò di cui sto parlando.

Frequento una ragazza. Usciamo insieme. Ci sentiamo continuamente. Ci vediamo spesso. Stiamo insieme. Ad un tratto gli atteggiamenti dall’altro lato cambiano. Certe attenzioni vengono meno. La freddezza è percepibile. Lo faccio presente. - Come si può cambiare idea da un giorno all’altro senza un motivo apparente? - Le dico. - Ma quale idea! Che stai dicendo? Non è vero. Va tutto bene. Sei tu ad essere troppo ansioso. Devi fare qualcosa per quest’ansia che ti porti dietro. Sennò diventa un problema troppo grande. - Mi risponde.
Sì, è vero. Sono un tipo ansioso. Anche se ho cercato di migliorarmi sotto questo punto di vista e, sotto certi aspetti, credo di esserci riuscito.

Quindi aveva ragione?

Non del tutto.

Perché durante quella conversazione mi veniva anche detto che tra noi non si poteva andare avanti. Quindi era vero che le cose erano cambiate, almeno da parte sua. Facevo bene ad essere preoccupato.

E cosa c’entrava in tutto questo l’ansia?

Un altro caso assai frequente è quello della sindrome dell’abbandono.
Fate attenzione, perché è molto diffuso.
Ti senti spesso con un’amica. Lei ti cerca. Tu la cerchi. Poi, improvvisamente, scompare. Per un po’ non si fa sentire. Sei sempre tu a cercarla. Glielo fai presente. Dici – Ehi, ma che fine hai fatto? Non ti fai sentire più! – La risposta, nel 99% dei casi, è una sola – Ma cosa dici? Dai, non fare così… Non farti venire la sindrome dell’abbandono! – Ti risponde.

Sindrome dell’abbandono?

Ma cos’è?

È pericolosa?

Che sintomi porta?

Starò male?

Come diavolo avrò fatto a prendermela?!

L’idea che sia stata lei a sbagliare proprio non le sfiora la testa.
O, forse, gliela sfiora, ma preferisce fidarsi del vecchio adagio secondo cui la miglior difesa è l’attacco.
Meglio ribaltare la realtà piuttosto che fare i conti con essa…

E gli esempi potrebbero continuare. C’è un caso clamoroso di difesa tramite ribaltamento della realtà di cui mi parlava qualche tempo fa El Tiburon.
Se vorrà, magari, sarà lui stesso a raccontarcelo…

Gli esempi sono intercambiabili, la sostanza no.
Attaccare è meglio che difendere.
Sempre.

E io resto lì.

A continuare a farmi una domanda.

Costa davvero così tanto dire “scusami, ho sbagliato”?

1 commento:

Unknown ha detto...

Io personalmente sono un'esperta nel riconoscere i mei errori!!!cmq dipende dall'attitudine delle persone a mettersi in discussione: se è alta o normale, la persona sente le motivazioni dell'altro e ci ragiona su, ammettendo, se è così, di aver sbagliato.
Se l'attitudine è molto bassa, la persona si sente attaccata nel suo orgoglio intoccabile e di tutta risposta lancerà un "attacco difensivo" per far capire all'altro che quello che deve mettersi in discussione è lui e nessun altro.
Questo tipo di persone, di conseguenza, bisognerebbe affrontarle diversamente, anche se nn so con precisione come...è ancora un mistero!!