Erano i primi di agosto dello scorso anno, tornavo da un paio di giorni di mare.
Al momento di scendere dall’aliscafo, un po’ un mio movimento sbagliato, un po’ l’inciviltà della gente che vuol salire su un mezzo dal quale tutti stanno scendendo, un po’ il mare non proprio calmissimo e mi sono ritrovato con l’alluce del piede sinistro schiacciato sotto una di quelle scalette mobili usate per far scendere i passeggeri una volta attraccati al porto.
Dolore lancinante, senso di vuoto allo stomaco e qualche imprecazione passata in rassegna silenziosamente.
Tornato a casa scopro che la situazione è meno grave di quanto temessi: l’alluce non si è fratturato, riesco a piegarlo, però è tutto nero alla base dell’unghia, che si è incrinata provocando una ferita che non smette di sanguinare.
Pulisco la ferita e poi la disinfetto.
I primi giorni il ditone brucia molto, camminare dopo un po’ risulta faticoso ed ogni volta che tolgo le scarpe e scopro il piede sinistro mi ritrovo di fronte un alluce nero e sporco di sangue.
Passano i giorni.
Camminare non fa più male.
La ferita continua ad aprirsi, qualche volta, ma ci ho fatto l’abitudine e quasi mi sorprenderebbe vedere l’alluce di nuovo sano, l’unghia non più spezzata e nera, i bordi non più spruzzati di rosso.
Passano i mesi.
Niente più sangue.
Niente più lividi.
L’unghia spezzata è finalmente caduta, facendo spazio ad una nuova di zecca.
La ferita si è risanata.
P.S. Sì, lo so… leggere di unghie spezzate, di dita gonfie e livide non è proprio il massimo, ma d’altronde non è di questo che si stava parlando, si era capito vero?
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