29.5.07
I'm with Quentin Tarantino.
In attesa di poter vedere anche qui in Italia l'ormai imminente Death Proof, divampa online e sui quotidiani la polemica dopo l'intervista rilasciata da Quentin Tarantino, in cui il regista di Pulp Fiction spara a zero sulle pelicole italiane degli ultimi anni.
"I nuovi film italiani sono deprimenti. Le pellicole che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali, non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Ho amato così tanto il cinema italiano degli Anni 60 e 70 e alcuni film degli Anni 80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia".
Questa le parole incriminate che hanno suscitato le reazioni più forti, come quella di Marco Bellocchio che potete leggere qui.
Io personalmente, non posso che essere d'accordo con Quentin, soprattutto quando rimpiange il cinema italiano degli anni '70 ed '80.
Era un cinema caciarone, volgare, scollacciato quanto volete, ma era anche un cinema colorato, pieno di idee, di volti indimenticabili, di soluzioni visive originali, di colonne sonore eccezionali.
Era, soprattutto, un cinema che offriva una grande ricchezza di generi: dalla commedia sexy, al "poliziottesco", passando per il thriller, l'horror ed il western.
Di tutto questo, nella cinematografia italiana contemporanea rimane davvero poco.
O niente.
Abbiamo perso la capacità di produrre pellicole "di genere".
A meno che per generi non si intendano il "genere Muccino" (famiglia e/o coppia in crisi e relative conseguenze), il "genere Moccia" (tipo ho voglia di te di me o di altro...) o quello più diffuso, il "genere depression" (uno qualunque dei film interpretati da Lo Cascio o diretti da Ozpetek).
Insomma, il panorama è desolante ed è un grave errore liquidare, come fa Bellocchio, le riflessioni di Tarantino come sbagliate perché provenienti da una persona che non ha visto "tutto" il cinema italiano degli ultimi anni.
Sì, è vero, Tarantino non avrà visto proprio tutti i film italiani (anche se un onnivoro come lui ne avrà guardati un bel pò...) e ci sono sicuramente delle eccezioni.
Però sono eccezioni che non fanno altro che confermare la regola.
Che è quella descritta senza tanti giri di parole da Quentin.
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5 commenti:
- Comunicazione di servizio -
Ora il link all'intervista di Bellocchio funziona.
sono perfettamente daccordo con tarantino, purtroppo.
anche se non sono in grado di fare una valutazione complessiva sul cinema italiano, non sono d'accordo (con dombio e lucas direi perchè dire che non sono d'accordo con tarantino pare brutto!).
Alcuni film italiani mi sono piaciuti molto. un esempio? romanzo criminale oppure qualche film più alternativo tipo imbalsamatore. anche altri!
non mi pare poi che negli states si facciano tutti sti capolavori... tra cartoni animati e fumetti mi dite dove stanno ste idee innovative e originali?
Certamente i film di Sorrentino (imbalsamatore, le regole dell'amore, l'amico di famiglia) sono interessanti, ma sono tra i pochi in un panorama desolante di film fotocopia... tipo Muccino per intenderci.
In America è vero ci sono i blockbuster, ma c'è ancora spazio per un cinema sperimentale e innovativo, ancor di più in Asia, da dove oramai proviene il cinema più vitale, e anche in diversi paesi europei come ad esempio quelli scandinavi.
Non è un caso del resto il fatto che quest'anno al festival di Cannes non c'era nessun film italiano in concorso.
Secondo me i punti del discorso sono due: il primo è il quadro generale del cinema italiano fotografato in questo momento senza confrontarlo col passato.
Ed il quadro generale coincide con la descrizione di Tarantino anche se con delle piacevoli eccezioni (tipo quelle che avete indicato).
Poi c'è il punto relativo al paragone con il cinema degli anni '70 e primi '80 (che è anche quello che credo stia più a cuore a Quentin che è un grande appassionato di quel cinema).
E su questo Tarantino ha stra-ragione, perché quel cinema aveva una varietà di generi ed una vitalità di cui è rimasto poco o niente nel "nuovo" cinema italiano.
Probabilmente è da questo confronto che scaturisce la delusione del regista verso i film italiani contemporanei.
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