31.12.07
You Can (?) Always Get What You Want
- Allora, ci sei?
- Credo di sì.
- Credi??? Ancora a tentennare?? Basta passi falsi, intesi?
- OK. Ci sono.
- Allora vai.
APRIRE IL CASSETTO.
SVEGLIARSI PIU’ PRESTO, LA MATTINA.
STARE FERMO IL MENO POSSIBILE.
VIAGGIARE.
SCRIVERE TANTO.
SCRIVERE SPESSO.
SCRIVERE OVUNQUE.
TENERE APERTO IL CASSETTO.
DARSI OBIETTIVI. E REALIZZARLI. O, ALMENO, PROVARCI.
NON TRASCINARSI.
MIGLIORARE, E PARECCHIO, A GUITAR HERO.
PORTARE A TERMINE LE COSE, OLTRE CHE INIZIARLE.
USCIRE PIU’ SPESSO.
MENO INTERNET. MENO RIMPIANTI. E MENO GIRI DI PAROLE.
NON RICHIUDERE IL CASSETTO PRIMA CHE TUTTO QUELLO CHE C’E’ DENTRO SIA USCITO FUORI A PRENDERSI UNA BELLA BOCCATA D’ARIA.
Ah, dimenticavo. Buon anno nuovo.
Che il 2008 possa essere l’anno in cui spaccherete il culo al mondo!
24.12.07
Per fortuna, è arrivato anche quest'anno...
23.12.07
La mia generazione ha perso.
Ma almeno ha perso sul campo.
Battuta da avversari subdoli e sfuggenti come la precarietà dei lavori.
E quella dei sentimenti.
Mica mezze tacche come Mr. T e Ivan Drago.
La mia generazione ha perso.
Ma almeno si è allenata per combattere.
In mezzo ai banchi di scuola. Nelle aule universitarie. Nelle strade.
Mica davanti ad una PS2 o una X-BOX.
Al massimo, a dirla tutta, davanti ad un SUPER NES. Che è tutta un’altra storia.
La mia generazione ha perso.
Ma almeno se l’è giocata.
Non so se le prossime potranno dire lo stesso.
17.12.07
Tempus fugit.
Fuggire. Da una ventina di giorni a questa parte è diventato un pensiero fisso. Un rumore di sottofondo che proprio non vuole sapere di lasciarmi solo, pronto ad accompagnarmi in ogni gesto quotidiano, fosse anche il più semplice, il più elementare.
Il tempo fugge.
È passato un anno da quando queste parole sono apparse in rete segnando l’inizio di questo viaggio.
Erano parole dettate da un periodo difficile fatto di aspirazioni mancate dal punto di vista professionale e complicato ulteriormente dalle scorie di disavventure sentimentali.
Il tempo fugge.
Non posso dire con certezza se l’anno trascorso dall’apertura del blog sia stato migliore o peggiore del precedente.
Certamente è stato ricco di turbolenze, esitazioni, scatti in avanti e mezzi passi falsi.
La delusione professionale di cui parlavo l’anno scorso è ora un ricordo lontano.
Ma il suo posto ingombrante è stato preso da una delusione personale troppo vicina perché possa considerarsi reliquia del passato.
Il tempo fugge.
Qualcosa è cambiato, però, rispetto ad un anno fa.
Una maggiore serenità interiore.
La voglia di combattere.
La certezza che a volte, per poter ricostruire, si deve prima distruggere.
La consapevolezza che non si può perdere altro tempo stando voltati a guardare indietro.
La scoperta, forse tardiva, che le risorse per rialzarci dopo una caduta non risiedono altrove, ma solo e soltanto dentro di noi.
Il tempo fugge.
Durante quest’anno mi è capitato spesso di interrogarmi su questo spazio, sull’opportunità di mantenerlo in piedi o di chiuderlo del tutto.
Lascio o raddoppio? – Mi sono chiesto.
E alla fine ho deciso di raddoppiare.
Da qualche giorno In Fuga da Fermo ha un fratellino. Lo trovate QUI.
È uno spazio fatto d’immagini, video, musica e (poche) parole.
Anticiperà temi di questo blog e ne recupererà altri tramite rimandi e citazioni.
Sarà, almeno nelle intenzioni, lo spazio dell’urgenza, della corsa, con aggiornamenti quotidiani.
Mentre qui, su In Fuga da Fermo, si prenderà fiato, si approfondiranno spunti e vicende personali, si cercheranno punti fermi.
Il tempo fugge.
Tranne quando bisogna dire “grazie” a qualcuno.
Grazie a tutti quelli che sono passati da queste parti.
A chi ha apprezzato. Ed a chi ha storto il naso.
A chi ha sorriso. Ed a chi si è arrabbiato.
A Chi ha commentato. Ed a chi ha letto in silenzio.
Grazie a tutti.
E grazie in anticipo a chi continuerà a seguire questo blog.
Ci sono ancora miglia da percorrere e luoghi da visitare e persone da incontrare.
Ed io non ho nessuna intenzione di correre da solo.
La seconda stagione comincia adesso.
16.12.07
Sempre di domenica.
La domenica sto male.
A volte meno. A volte di più.
A volte fin dalla mattina. Altre dal tardo pomeriggio.
Sarà perché è il giorno che chiude il weekend e prelude ad una nuova settimana.
Sarà perché non ho impegni che mi tengano distratto e i pensieri si radunano nella mia testa.
Sarà perché è il giorno in cui soffro di più la solitudine.
Sarà per via di tutti questi motivi messi insieme o, forse, per uno solo di essi.
Fatto sta che la domenica sto male.
E per questo la odio.
11.12.07
Flash-forward.
L’ultima, doppia puntata della terza stagione di Lost è una delle cose migliori che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni.
E non mi riferisco solo a quanto visto in tv.
È una delle cose migliori, punto.
Cinema compreso.
Credo che il motivo principale risieda nel fatto che gli sceneggiatori hanno deciso, in questo doppio episodio, di sostituire i flashback con dei flashforward.
In pratica, allo spettatore viene data la possibilità di gettare uno sguardo non su ciò che è accaduto nel passato dei protagonisti, ma su ciò che accadrà dopo e lontano dall’isola.
Il risultato ottenuto è altamente drammatico: lo spettatore conosce in anticipo quale sarà la sorte dei protagonisti (in questo caso Jack e parzialmente Kate) senza però sapere come e perché ci si è arrivati.
Il ricorso ai flashforward conferisce ancora di più a Lost la forza di un enorme affresco, nel quale si intrecciano, come fili intessuti dal caso, tante esistenze, tutte profondamente, intimamente umane.
Se per caso avete smesso di seguire la serie, stufi di botole, misteriose sequenze numeriche e dei continui passi falsi di Jack, tornate sui vostri passi e ricominciate a seguirla.
Fregatevene dei misteri, delle domande eternamente inevase e guardate Lost per quello che realmente è: il racconto temporalmente frammentato di tante vite alla deriva.
E, proprio per questo, così simili alle nostre…
28.11.07
Jack Nicholson fatti da parte!
Un pò imbolsito è, però...
27.11.07
Prossimamente su questo schermo...
23.11.07
Butterfly.
- Allora… me la fai vedere?
- Ancora? Ho detto di no!
- E su, dai… non fare storie.
- Ma mi ascolti quando parlo? Ho detto no. N-O.
- Però a Roberto l’hai fatta vedere! E anche a Davide, da quel che mi risulta.
- Che c’entra? Li conosco da una vita, LORO…
- Sì, però è con ME che scopi da due mesi a questa parte.
- Appunto. Se fossi più… ehm… attento mentre fai certe cose l’avresti già vista.
- … … …
- Che c’è? Hai perso le parole?
- … … …
- Allora? Colpito e affondato, eh?
- Ma sta’ zitta!
- Ehi! Che fai? Stai fermo con quelle mani!
- Buona.
- Stronzo!
- Ma come cazzo fate voi donne a portare ‘sti stivali? Ci vuole un’impresa per sfilarli!
- Fermo! Ti ho detto di stare fermo!
- Troppo tardi. Sta ferma tu, piuttosto, e fammi vedere bene.
- … … …
- Bella, però. È una farfalla?
- Davvero? Come hai fatto a capirlo? Sei proprio un genio!
- Spiritosa. Beh, tutto qui? Tutto questo mistero per una farfalla?
- Osservala bene.
- È una farfalla. Vola. Cos’altro potrebbe fare, sennò?
- Stupido. Non sta volando.
- Ah sì? E cosa fa? Cammina? Parla? No, aspetta… hai ragione. Che idiota! Come ho fatto a non notarlo? Sta leggendo un libro e fumandosi una sigaretta!
- Cretino. Sempre con la battuta pronta. Non lo vedi? Sta danzando.
- Mah. Non è che ci sia tutta ‘sta differenza...
- Scherzi? Una farfalla che vola è una cosa comune. Tutte le farfalle volano. Una che danza è rara. Anzi, di più. È unica.
- Sarà! Se lo dici tu…
- Visto che facevo bene a farla vedere a Davide e Roberto e non a te?
- … … …
- Forza, ora ridammi lo stivale che ho freddo.
22.11.07
Il Ritorno di "Monty"!
Alla sua bruttissima estate avevo accennato qui.
Finalmente una bella notizia...
Ieri "il Montagnani" è tornato a casa e sentendolo sembra di nuovo in gran forma...
Che dire se non: bentornato Marco!
21.11.07
Stand By Me.
Quando il futuro ti appare incerto come una sottotrama di Lost e il presente è piatto come una fiction italiana (una qualsiasi, fate voi), c’è solo un gesto che sei portato a compiere con naturalezza: girare il collo e gettare indietro lo sguardo.
È altrettanto naturale che tutto ciò che lo sguardo potrà scorgere risulterà pieno di fascino, audace ed innocente al tempo stesso, denso di emozioni, come avvolto da un alone in grado di conferire ai ricordi, anche quelli più banali e quotidiani, il colore del MITO.
Non c’è nulla di sconvolgente in questo meccanismo.
È tutto perfettamente naturale, come ho detto.
Il problema è che il passato può essere il più sicuro dei rifugi, ma anche la peggiore delle trappole.
L’idea che la parte migliore di te sia rimasta incastrata da qualche parte nel 1987 o giù di lì, che la disillusione debba farla da padrone come il peggiore dei bulli, che tutto ciò che sarà non potrà mai essere all’altezza di quello che è stato è davvero difficile da mandare giù.
Però, al tempo stesso, è troppo il fascino che emana il passato per resistergli.
E così non puoi proprio fare a meno di frugare nei ricordi, sperando di trovare ciò che ancora, a fatica, stai cercando.
Sperando di ritrovare lì in mezzo, tra un po’ di paccottiglia e tante cose preziose, te stesso
16.11.07
Peace & Love vs. Rabbia & Orgoglio.
Nella vita ho sempre cercato di muovermi con cautela, facendo attenzione a non ferire nessuno.
Se qualche volta l’ho fatto, posso assicurare che mai è accaduto deliberatamente.
Alle provocazioni ho risposto con il silenzio (o al massimo con una risata).
Alle delusioni causate da comportamenti altrui cercando di giustificarli, di scovare in primo luogo gli errori miei che potevano averli originati e poi, soltanto poi, manifestando la mia insofferenza verso gli stessi.
Ho fatto tutto questo non per paraculismo ma perché credo nella pace.
Non in quella impossibile dei versi di John Lennon, dei cortei, delle bandiere arcobaleno sbandierate ai quattro venti.
Ma in quella con la “p” minuscola fatta di piccoli gesti, di piccole cose e sostanzialmente basata sull’evitare senza se e senza ma lo scontro con chi vive intorno a me: parenti, amici e conoscenti vari.
Vi assicuro che è estremamente faticoso tenere uniti con lo scotch rapporti fragili, ingoiare rospi e ricucire ferite.
Ieri ne ho avuto la prova.
La rabbia per un comportamento che non mi sarei mai aspettato da parte di persone che dovrebbero essermi vicine e non solo per ovvi legami di sangue ha preso il sopravvento.
E l’orgoglio ha fatto il resto. Cazzo, non c’è niente in grado di fotterti nella vita come l’orgoglio. Forse solo l’amore. Forse.
E così, senza neanche rendermene conto, in men che non si dica, mi sono ritrovato a passare al lato oscuro della forza, novello Luke Skywalker in salsa mediterranea.
E ho toccato con mano quanto può essere appagante rompere tutto piuttosto che mettere insieme i pezzi, sputare i rospi piuttosto che ingoiarli, gettare sale sulle ferite piuttosto che curarle.
È tanto liberatorio, come diceva Funari (o forse era Guzzanti vestito da Funari).
Il problema è dopo.
Il problema è adesso.
Quando tutto intorno a te vedi solo rottami e macerie fumanti.
Ma sapete che vi dico?
Me ne frego. Anzi, me ne bullo anche un po’.
E sulle macerie ci cammino brandendo la mia spada laser.
6.11.07
Same Mistake.
Però, forse perché in questo periodo sono più pigro del solito, forse perché le idee scarseggiano, stavolta farò un'eccezione.
I'm not calling for a second chance,
I'm screaming at the top of my voice,
Give me reason, but don't give me choice,
Cos I'll just make the same mistake again.
Ah, quasi dimenticavo: la canzone si chiama "Same Mistake" e l'ha scritta ed interpretata James Blunt.
E questo è il video:
5.11.07
Cose che NON.
È passato quasi un mese dal concorso.
Ancora non so cosa farò da adesso in poi, anche se è molto probabile che di qui a breve tante cose cambino…
Di una cosa, però, sono sicuro.
Ci sono un bel po’ di cose che non voglio più vedere.
Né sentire.
Così, per evitare che finiscano smarrite lungo le imperscrutabili vie della memoria, ho deciso di metterle nero su bianco.
Eccole:
La folla ammassata fuori all’Ergife in attesa dell’apertura dei cancelli, manco fossero tornati dall’aldilà John e George per unirsi a Paul e Ringo e suonare la migliore musica del mondo.
Quella stessa folla, una volta entrata, dislocata lungo mille-duemila banchetti divisi in file parallele che non convergono quasi mai. E quando lo fanno è per sparare cazzate.
La folla, sempre lei, una volta uscita: anime in pena e penose, facce che non sono facce, ma puntini sospensivi, punti esclamativi e, più spesso ancora, punti interrogativi.
La polizia penitenziaria che guarda a vista, controlla, perquisisce laureati in legge, specializzandi e dottorandi, specializzati ed avvocati neanche fossero una gruppo di ultras laziali in trasferta a Livorno.
L’attesa prima della dettatura delle tracce tra nervi tesi, muscoli imbronciati e sorrisi che non riescono a persuadere sulla bontà del momento né chi li riceve, né tanto meno chi li fa.
Il presidente della commissione che, neanche stesse annunciando l’imminente fine del mondo, annuncia al microfono “Manca un’ora alla consegna”.
La pantomima della busta piccola e della busta grande. Che poi qualcuno dovrà spiegarmi prima o poi cosa ci vuole ad aprire prima la piccola, vedere chi sei e poi, soltanto poi, leggere e correggere i tuoi compiti…
Le telefonate tra l’euforico ed il depresso ai preparatori dei vari corsi, dopo aver consegnato. Inutili. Perché gli unici che bisognerebbe telefonare, in quel momento, sono Padre Pio e la Madonna. O, al massimo, il ministro Mastella.
I trolley gonfi di codici, che dopo un po’ che hai camminato per raggiungere macchina/metro e altre vie di fuga non sai più se sei tu che trascini loro o loro che trascinano te.
I concorsi, i discorsi veri quanto vani sull’aleatorietà degli stessi, e tutto il resto.
2.11.07
28.10.07
Ehi, animali!
Ciao Zampetti, ci mancherai!
26.10.07
Nostalgia Canaglia 2
E' un periodo strano.
Ascolto quasi solo musica degli anni '80...
Guardo con piacere solo film di 20-25 anni fa...
Il mio canale satellitare preferito è diventato "mtv gold" che manda a ripetizione video vecchi e stravecchi...
Rileggo soltanto cose che ho letto a dieci-quindici anni...
...non sarà mica che sto diventando un tantino nostalgico?
Boh!
Mi sa che devo rifletterci un pò su 'sta cosa...
Nel frattempo vado a vedermi gli episodi di Arnold, Baby-Sitter e Casa Keaton che ho scaricato...
24.10.07
Le Vetrine hanno sempre ragione.
E ora chi glielo dice?
Il piccolo Roberto ha meno anni delle parole che è in grado di pronunciare.
E le parole sono solo tre: mamma (e fin qui nulla di strano, direte voi).
Pappà (sì, proprio così, con le due “p” al centro, che quando la pronuncia non sai mai se è perché ha fame o perché vuole l’ennesimo regalo da scartocciare).
Ma è la terza parola che lascia interdetti chi gliela sente pronunciare.
‘etrine – dice. E nei suoi occhi fanno capolino frenetici preparativi di una festa.
Va proprio matto per le vetrine: grigie, colorate, in bianco e nero, a pois.
Qualunque sia il colore ed il contenuto dietro quei vetri trasparenti basta che le veda perché lui prenda a sorridere.
E il mondo insieme a lui.
Va proprio matto per le vetrine.
Solo che quel pomeriggio il papà deve essersi perso (sì, sarà sicuramente così…), perché le vetrine che gli sta facendo vedere sono un po’ strane.
Oddio, ad essere precisi non è che siano proprio le vetrine ad essere strane, quanto piuttosto quello che c’è dietro.
Di solito gli oggetti dietro i vetri sono fermi, immobili, inanimati.
Invece stavolta non è così. Quello che c’è dietro si muove, cammina, sorride, va avanti e indietro.
Ma al piccolo Roberto la cosa non dispiace. Anzi, sembra che si diverta ancora più del solito.
Al punto che ogni tre-quattro passi punta i piedi a terra ed in alto le dita della mano per indicare una vetrina.
Nella prima c’è Vicky.
La sua vetrina profuma il giusto. Perché dopo tanti anni ha imparato che gli uomini vogliono sentire un buon odore prima e durante, ma non vogliono che questo gli resti appiccicato addosso, dopo, quando hanno finito.
Vicky ha un culo che canta e fa cantare. Poco importa che siano canzoni fatte di una nota sola.
Quello che fa le piace ed anche tanto. - Quante persone al mondo possono dire di essere pagate per dare piacere? - Ogni tanto, quando le viene qualche dubbio, si ripete questa domanda.
Le basta scorrere mentalmente la lista per dissiparli. - Troppo poche - è la risposta.
L’indice destro si muove leggermente ed ecco che appare Tricia.
La sua vetrina puzza di lattice e urina.
Tricia accontenta clienti dai gusti un po’ particolari.
È una dominatrice, pagata dagli uomini per farli soffrire. Nulla di strano – pensa lei. - In fondo non è ciò che accade alla maggior parte degli uomini con le loro mogli, amanti, figlie? – Soffrono. E pagano. Un prezzo che spesso è ben più alto della sua tariffa.
E poi l’importante in questo mestiere è non correre rischi. E su questo è più che tranquilla: non può farsi male, lei.
Il piccolo Roberto è così felice che scatta a molla anche l’altro indice.
Punta su Daisy. E Daisy sorride.
La sua vetrina profuma troppo.
È arrivata da poco e deve ancora imparare tutti i trucchi del mestiere.
Ma forse neanche le interessa davvero farlo. Proprio non le va giù, l’idea di stare lì, a passeggiare tutto il giorno dietro ad un vetro.
Ma tanto durerà poco – dice a se stessa. – Giusto il tempo di metter via un po’ di soldi.
Come hanno pensato tutte le sue colleghe, appena arrivate lì.
Vicky. Tricia. Daisy. Il piccolo Roberto le indica tutte. E nei suoi occhi la festa è già bella che iniziata.
Vicky. Tricia. Daisy. Il piccolo Roberto agita le braccia. Le vorrebbe tutte per sé.
Come tanti pupazzetti ognuna impacchettata nella propria vetrina con i propri accessori.
Se le immagine a giocare tutte intorno a lui, il piccolo Roberto.
Barbie in carne, ossa e capezzoli.
Il problema è che proprio non è possibile impacchettarle e regalargliele.
E ora chi glielo dice?
Chi glielo dice che non potrà mai averle tutte per sé?
Chi glielo spiega che le vetrine hanno sempre ragione?
Foto di Diego Cajelli dal suo blog http://diegozilla.blogspot.com/
22.10.07
Da consumarsi preferibilmente entro.
“La verità non è cosa da donne, si sa”.
C’è una cosa che mi fa paura delle donne.
E non mi riferisco a quando, guardandoti con due occhioni che neanche il gatto con gli stivali di Shreck, ti domandano - Oggi mi accompagni a fare shopping? – e capisci che il tuo pomeriggio sarà sacrificato sull’altare del dio del tempo perduto (e pure in malo modo).
E nemmeno a quando, dopo che hai fatto ricorso ai segreti di Sting sull’arte tantrica ed a tutti i trucchi illustrati da Franco Califano nella sua strepitosa autobiografia Kalisutra, riuscendo a resistere 12 minuti e 17 secondi, lei ti guarda e fa – Allora, continuiamo? – e capisci che questi due signori hanno scritto un mucchio di fregnacce e che tu sei in un mare di merda.
No, mi riferisco a quando ti guardano negli occhi (ma il più delle volte, a dire il vero, fanno tutto fuorché guardarti negli occhi) e ti dicono frasi standard tipo – Sai… c’è qualcosa che non funziona più nel nostro rapporto. – Oppure tipo - Sai… è parecchio che le cose non vanno più come una volta. – O ancora l’evergreen – Sai… penso sia il caso di prenderci una pausa di riflessione.
Perché quando pronunciano frasi del genere vuol dire solo una cosa: che E’ FINITA.
Che ti è appena stato intimato di sfrattare dal loro cuore e, probabilmente, dalla loro vita.
Che tutto quello che provavano per te fino ad una settimana, qualche giorno, a volte addirittura poche ore prima non c’è più.
E non ritornerà.
Lo confesso, e lo dico senza nessun intento polemico o acredine o altro, a me questa cosa che l’amore di una donna per un uomo possa finire così, da un momento all’altro, senza un motivo apparente, fa veramente paura.
Mi trasmette un senso di precarietà.
Di malessere.
Di sfiducia.
Di disillusione.
E allora penso che sia più corretto ed onesto che una donna, nel momento in cui ti dichiara il suo affetto, ci aggiunga una piccola postilla.
“Da consumarsi preferibilmente entro “.
Sì, proprio come quella che si può leggere stampata su tutti gli alimenti deperibili.
P.S. 1 So che qualcuno adesso dirà – Ma perché parli limiti il tuo discorso donne? Guarda che anche gli uomini lasciano da un momento all’altro!
Sarà anche vero, ma nove volte su dieci ho visto accadere quello che ho descritto nel post.
Non vorrete mica che tiri fuori la storiella dell’eccezione che conferma la regola?
P. S. 2 Per i puristi del blog particolarmente attenti a quello che scrivo, questo post era stato annunciato prima dell’estate con il titolo “Quello che le donne non dicono (ma fanno)”.
21.10.07
Bene.
17.9.07
11.9.07
Nelly... che c%$*o hai fatto?
10.9.07
Note in ordine sparso...
- E’ da un po’ che mi interrogo sul senso di questo spazio. I punti sono due: il primo è che le ragioni contingenti che mi hanno portato ad aprirlo si sono un po’ perse o quantomeno attenuate. Diciamo che in questo momento più che un’esigenza di fuggire da qualcosa sento forte l’esigenza di approdare a qualcosa. Trovare punti fermi. Almeno due.
- Non amo l’hip-hop, ma Kanye West è un genio. Qualunque cosa faccia.
- Il secondo è che vorrei trovare nuove strade, provare a reinventare un po’ questo spazio. Intraprendere una direzione meno disfattista e più costruttiva. È un po’ quello che ho provato a fare in post come questo. Che poi pensandoci bene, è qualcosa di strettamente legato al primo punto.
- Forse il rock & roll è morto, ma il Boss è vivo. E canta insieme a noi.
- Il sondaggio l’ha stravinto Megan Fox. Ma mi sono rotto di mettere foto sue e del suo tatuaggio.
- Timbaland sarà anche un geniaccio, nonché l’artefice dei successi di Nelly Furtado, Justin Timberlake e tanti altri, ma dovrebbe evitare di apparire in tutti i video. E basta!
- Un ragazzino diviene adulto quando scopre il sesso? O quando scopre la morte? O magari entrambi? Intorno a questa domanda verte un’idea che mi è venuta da un po’. E che spero di poter sviluppare, passata la tempesta. Per ora l’annoto qui, sennò pure va a finire che mi sfugge…
- James Blunt non è una meteora. È uno che le canzoni le sa scrivere.
- Se non troverò qualcosa di nuovo da inventarmi per il blog, mi sa che lo chiuderò. Magari ad un anno esatto dalla sua apertura, il 17 dicembre.
- Ma quanto è bella la nuova canzone di Alicia Keys?
ps: l'immagine non c'entra niente. Ma è uno dei miei quadri preferiti.
7.9.07
Guida sciagurata per Gente Sedotta & Bidonata! - prima parte
Parafrasando il mitico Lou Gossett jr. di “Ufficiale e Gentiluomo” - Ci sono due cose che vengono dalle donne: le gioie e i dolori. E io non vedo gente sorridente in giro!
Sì perché ci sono momenti in cui le donne decidono che è tempo di mollare tutto e tutti, lasciandoci improvvisamente soli con tante domande, qualche rimpianto e un pizzico di bruciore al culo…
Ma niente paura perché è in momenti come questo, quando tutto sembra perduto, niente ha più senso ed il bicchiere ci appare vuoto mezzo vuoto o forse semplicemente bucato che bisogna tenere duro e ritrovare se stessi.
Per fare ciò non vi basta che leggere con attenzione le indicazioni che seguiranno e applicarle alla lettera.
Dopo poco, come per magia, tutto ricomincerà a girare alla grande.
Perciò, fate un bel respiro e…
COMINCIAMO!
I. UCCIDI IL TUO NEMICO
Forse ancora non lo sapete, ma avete un nemico che vi sta alle calcagna, e vi segue 24 ore al giorno, dovunque andiate.
Quel nemico è il vostro cellulare.
Sì, lo so a prima vista può sembrare un simpatico oggettino, con una sua dignità ed una sua utilità. Magari gli avete anche attaccato intorno quegli stupidi pupazzetti con le sembianze di Winnie the Pooh o Romano Prodi per renderlo ancora più simile ad un giocattolino infantile.
Ma non è così!
Perché in questi momenti il cellulare può diventare un terribile strumento di tortura!
“Che faccio, chiamo?”
“Le mando un messaggio?”
“Fammi vedere se per caso magari forse eventualmente ci ha ripensato…” e via di seguito.
Sono solo alcuni dei tipici pensieri che iniziano ad assillarci quando incominciamo a giochicchiare col cellulare nei soliti momenti di cui stiamo parlando.
È per questo che dovete sbarazzarvene al più presto. Non preoccupatevi di essere rintracciabili. In fondo, abbiamo vissuto tanti anni senza telefonino, che succederà mai facendone a meno per qualche settimana?
Dovete liberarvene, dicevo. Sì, ma come?
Nein! Nein! Nein! (questa è una grossa citazione…) Non come stai facendo tu rendendolo solo silenzioso.
E neanche come stai facendo tu, chiudendolo in quel cassetto acceso e con la suoneria al massimo.
Credete di farmi scemo?
Dovete sbarazzarvene.
Definitivamente.
Ci sono almeno un paio di metodi per farlo: il primo è prendere un martello e percuotere il cellulare fino a ridurlo in pezzettini. Se lo ridurrete ad un mucchietto di polvere vuol dire che avrete fatto buon lavoro.
Il secondo è quello che preferisco. È più complesso, ma fa sempre la sua porca figura.
È il classico metodo mafioso.
Per realizzarlo vi occorre: un metro e mezzo (meglio due) di spago piuttosto resistente, un masso di tre-quattro chili circa ed un ponte (possibilmente se siete a Roma l’ideale è quello dove tutte quelle coppie di decerebrati vanno a mettere i lucchetti dell’amore di “mocciana” memoria).
Fatto?
Bene, a questo punto non dovete far altro che legare un’estremità dello spago intorno al cellulare e l’altra intorno al masso.
Fatto?
Bene, ora non vi resta che affacciarvi dal ponte, sporgervi sul fiume/lago/mare di turno e far fare un bel tuffo al masso: il vostro cellulare lo seguirà a stretto giro facendosi una bella nuotata con lui prima di finire inabissato insieme ad una buona fetta di ricordi deleteri e pericolose tentazione.
II. TROPPO RUMORE
Mi state sentendo?
MI STATE SENTENDO?
Cosa diavolo è questa musica in sottofondo?
Forza, alzatevi ed andate a spegnere nell’ordine: radio, stereo, i-pod e televisione di sottofondo sintonizzata su canali musicali tipo mtv, all music e tele A (emittente di riferimento per gli appassionati dei due artisti di culto Gigione e Donatello e dei neomelodici in generale).
L’avete fatto? Bene, vedo che cominciate a ragionare…
Sì, perché, anche se può sembrare una sciocchezza, la musica in questi momenti può fare più danni che altro.
Il motivo?
Presto detto.
Forse non lo sapete ma il 97,5 % delle canzoni del globo parla di una sola cosa: A-M-O-R-E.
E, credetemi, anche se non ci avete mai fatto caso, non capite un’acca di inglese, e non prestate attenzione ai testi delle canzoni a meno che non siano usciti dalla magica penna del duo Apicella-Berluconi, nei momenti di cui stiamo parlando, in quegli stramaledetti momenti, come per incanto, quelle parole arriveranno ai vostri orecchi.
E dopo che saranno arrivate ai vostri orecchi continueranno a muoversi fino a giungere in un altro luogo.
Dove, posso assicurarvelo, vi faranno male.
Perciò, meglio evitare tutto questo e staccare l’audio per un po’…
Ok, se proprio non potete fare a meno dei neomelodici e di Gigione e Donatello, almeno azzerate l’audio e guardatevi solo le immagini. Non è un mio problema se siete masochisti col gusto dell'orrido...
III. COME UNA PIETRA CHE ROTOLA
Dovete stare in movimento.
Sempre.
In ogni circostanza.
In ogni istante della giornata.
Dovete muovervi.
Come una linea dal punto a al punto b e così via. Come una scheggia impazzita. Come una trottola. Come “Gigi la trottola”.
I vostri pensieri devono affannare ed imprecare per stare dietro al vostro passo veloce.
Tra voi e la pallina del flipper l’unica differenza dev’essere che quest’ultima, ogni tanto, può finire nel baratro…
Voi no.
Non dovete mai farlo.
Allora avete capito?
MUOVETEVI!!!
E fa niente se la gente vi prenderà per mentecatti vedendovi muovere senza sosta e senza criterio…
Come?!
Siete ancora qui?
Ma allora non mi seguite?
Forza, su!
Cosa fate lì impalati davanti al monitor del vostro pc?
Ho detto di muovervi!
Avanti, pelandroni, alzate il culo e muovetevi!
Magari, la prossima volta che passerete di qui troverete la seconda ed ultima parte di questa guida…
4.9.07
Summerless.
Qualcuno ha detto che l’estate è una stagione dell’anima, prima di ogni altra cosa.
Quest’anno, forse per la prima volta, ho preso pienamente coscienza di quanto questa affermazione sia vera.
Può esserci il sole, il caldo, il sudore, il mare, e tutto quello che volete voi, ma se non sei spensierato vuol dire che per te non è realmente estate.
Se dovessi riassumere quest’estate, la mia estate, direi che è proprio questa che mi è mancata: la spensieratezza.
Certo, mi si potrebbe obiettare che stare qui a parlare, sulla soglia dei trent’anni, di spensieratezza è un po’ come discettare di verginità con una puttana.
È vero anche questo.
Infatti, quando parlo di spensieratezza penso ad un concetto relativo, a quei rari e brevi momenti in cui riesci a chiudere a chiave le ansie, i pensieri, i dubbi e i timori nell’angolo più buio dello stanzino.
Momenti che di solito d’estate sono molto più frequenti che in qualsiasi altro periodo dell’anno.
È a questi momenti che mi riferisco.
Sono questi momenti che sono mancati.
I motivi sono vari, ma credo più di ogni altro abbia pesato sapere di un amico che stava passando l’estate in ospedale tra flebo, trasfusioni e altre sofferenze che avrebbero tramortito chiunque.
Sentirlo ogni giorno mi ha fatto comprendere che è possibile davvero, che ci siano estati senz’estate.
Ed ha aumentato il rimpianto per quando la parola estate significava un secchiello, una paletta e tanti sorrisi.
E la vita sembrava facile e divertente come giocare a biglie sulla spiaggia.
Intanto fuori piove e forse l’estate è finita davvero.
Forse.
27.7.07
(Di) Ritorno (d)al Futuro...
..ho dato uno sguardo ai prossimi post, che potrete leggere, salvo ripensamenti dell'ultim'ora e nuove priorità, a partire da settembre.
Ecco alcuni titoli in anteprima:
- Planeta: un anno dopo.
- Mature io le favorisco.
- Scusate... avete visto 'enza?
- Quello che le donne non dicono (ma fanno).
- Le vetrine hanno sempre ragione.
- L'uomo perfetto.
Spero di aver destato un pò di curiosità...
Non so se nel prossimo mese riuscirò ad aggiornare il blog: il posto dove sto andando non è esattamente il più tecnologicamente avanzato al mondo...
Un saluto a tutti.
Buona estate.
Godetevela.
E, se potete, dovunque vi troviate, FUGGITE.
"We Will All Laugh At Gilded Butterflies"
Visto come sono dotto?
In realtà conosco questi versi perché sono tatuati sulla scapola destra di Megan Fox...
Per la chiusura del sondaggio manca ancora un bel pò ma l'esito appare scontato: i più passano da queste parti solo per vedere le foto di Megan Fox.
Così ho pensato di accontentarli con un terzetto di nuove foto.
Eccole:
18.7.07
Come zombi in balia della Triforza...
- La verità è che voi uomini bisogna tenervi per le palle…
- … … …
- ..ché, se una riesce a tenervi per le palle, alla fine vi fa fare tutto quello che vuole. È questa la verità!
Questa è la risposta che ho dato:
- Ma che dici? Ma dico… ma ti rendi conto delle str***ate che stai dicendo? Forse sarà capitato a qualche ometto che conosci tu, ma… non è certo così che funzionano le cose! Anzi, semmai è il contrario! Siamo noi uomini che, se ci giochiamo bene le nostre carte, vi facciamo ballare….
E questo è ciò che ho pensato, sentendo quelle parole:
- Cazzo! Non sentivo una verità così limpida da quando ho visto il ragionier Ugo Fantozzi alzarsi dalla poltrona del cineforum organizzato dal temibile Professor Guidobaldo Maria Riccardelli per gridare all’intera platea “La corazzata Potëmkin è UNA CAGATA PAZZESCA!”
Sì, perché se LA VERITA’ avesse un suono sono quasi sicuro che suonerebbe come le parole pronunciate dalla mia amica.
..ché se una riesce a tenervi per le palle, alla fine, vi fa fare tutto quello che vuole.
Che poi è un’affermazione che ha anche una sua spiegazione scientifica, se proprio vogliamo essere pignoli…
Il sangue che ci scorre dentro quello è e se, per alcuni accadimenti, per così dire fortuiti ed esteriori.., incomincia a scendere dalla testa ed a fare comunella all’altezza della cintola, non è che puoi sperare di ragionare con lucidità esattamente come riuscivi a fare fino a poco tempo prima.
E allora cosa bisogna fare?
Niente.
Proprio un bel niente.
Basta sapere che se una donna ti attrae e riesce ad eccitarti, influenzando con gesti parole sussurri messaggini e quant’altro gli avvenimenti che accadono all’interno dei tuoi boxer, sei fottuto!
È inutile che provi a fuggire, perché ormai sei senza via di scampo (come Kevin Costner in quel bel film di un po’ di anni fa).
Dirò di più: se ti capita una cosa del genere, tanto vale che non ci provi nemmeno, ad opporre resistenza e te la godi.
Male non ti farà (almeno all’inizio…)
Anzi, far andare in vacanza il cervello e lasciare che sul ponte di comando salga LUI ha indubbiamente i suoi lati positivi.
Niente pensieri.
Niente elucubrazioni.
Né ragionamenti e perplessità.
Solo libidine e feromoni lasciati liberi di spassarsela a più non posso come ad un toga party modello Animal House.
Quindi, se vi capita che una donna prenda il SUO controllo, fate un bel respiro, allungate le braccia in avanti stile “Notte dei morti viventi”, ed incamminatevi lento pede.
La triforza sarà la migliore ricompensa possibile.
Dubbio amletico:
Come fare a rivitalizzare un blog piuttosto bollito in attesa del rilancio in grande stile previsto per settembre/ottobre?
Beh, innanzitutto con un bel sondaggio, come quello che trovate sulla parte destra dello schermo.
E poi con un post pruriginoso e senza peli sulla lingua, come quello che troverete nelle prossime ore...
P.S. lo so, la foto non c'entra granchè, ma nella galleria immaginaria che sto costruendo con le foto che accompagnano i post, il mitico maestro Pai-Mei non poteva di certo mancare.
10.7.07
La Rivincita dei Nerd!
Portano occhiali spessi come vetri anti-proiettili, cravatte e papillon che non indosseresti neanche ad una festa di carnevale, camicie a maniche corte che credevi potesse permettersi solo Steve Griffin.
Per anni sono stati derisi, umiliati, subissati.
Probabilmente anche tu, almeno una volta nella vita, ti sei tolto la soddisfazione di vessarne uno, tirandogli qualche gavettone, spezzandogli le matite che appoggiava in perfetto e simmetrico ordine sul banco di scuola o, magari, prendendolo semplicemente a botte.
Beh… se è così, preparati.
Perché i nerd stanno conquistando il mondo e, prima che tu possa accorgertene, presenteranno anche a te il loro salatissimo conto!
Come?
Non ci credi?
Mica penserai che il mondo stia davvero in mano a gente abbronzata e palestrata tipo Fabrizio Corona e Costantino?
A parte che l’Italia non è proprio il migliore esempio possibile per capire in che direzione sta andando il mondo…
Ma, se anche fosse, sai quello che penso?
Ho una mia teoria al riguardo: tutta questa gente che vediamo in tv, sulle prime pagine dei giornali, non è altro che carne da macello.
Burattini senza cervello messi lì, in bella mostra, appositamente per distrarci e manovrati proprio da loro, i nerd, che così possono agire indisturbati portando avanti i piani di conquista del mondo e passando inosservati mentre noi siamo impegnati a contemplare le miserabili gesta dello pseudo-vip di turno…
Ancora non mi credi?
Allora ti faccio qualche esempio.
Li vedi questi due sfigati? Osservali attentamente…
Sono due nerd, è indiscutibile.
Ebbene, questi due nerd sono in vetta al box-office di tutto il mondo!
Sì, perché i due nerd nella foto si chiamano Alex Kurtzman e Roberto Orci.
Sono i due sceneggiatori che hanno scritto quel capolavoro di nerdismo che è Trasformers.
D’altronde chi, se non un nerd, avrebbe potuto immaginare che una crisi interstellare venisse risolta, tra gli altri, da un’avvenente ingegnere super tostona con tanto di mini-gonna e stivali?
Ti è mai capitato di incontrare nella vita reale un’“ingegnera” così (senza offesa per la categoria)?
È impossibile. E se mi sto sbagliando ed esiste una che fa l’ingegnere ed è come quella del film, cosa aspetti a presentarmela? Sono pronto ad offrirle da bere….
Però è la classica fantasia da nerd che diventa realtà.
Comunque i due “sfigati” ora sono richiestissimi da Hollywood, scriveranno il prossimo Star Trek e qualche altro kolossal da centinaia di milioni di dollari.
E di questi altri due, vogliamo parlarne?
I dati sintomatici del nerd ci sono tutti: occhiali, aspetto stralunato, area vagamente aliena, moderata bruttezza.
Eppure una delle serie televisive di maggior culto degli ultimi anni è opera loro (o almeno di uno di loro…).
Sono J.J.Abrahms e Damon Lindelof, tra i coautori di Lost.
Contesi a suoni di milioni di dollari dai principali studios televisivi e cinematografici del mondo.
E gli esempi potrebbero continuare…
Bill Gates è o non è il prototipo del nerd conquistatore del mondo?
Ed anche Steve Jobs, malgrado provi in tutti i modi a mascherarsi, sotto sotto non è altro che un nerd.
Insomma i nerd, zitti zitti, poco alla volta, si stanno prendendo il mondo.
Ed a voi, ex bulletti da strapazzo, non lasceranno che poche briciole…
Come?
Perché dico “voi”?
Ma perché, non si era capito, dai toni vagamente trionfalistici, che della categoria fa parte anche il sottoscritto?
8.7.07
A proposito del Live Earth...
Tra le esibizioni migliori c'è sicuramente questa rilettura del famoso pezzo dei Rolling Stone ad opera di Keith Urban (anche noto come il neo-marito di Nicole Kidman) e di un'Alicia Keys in grandissima forma.
P.S. solo una piccola nota sul Live Earth.
L'hanno detto e scritto un pò tutti sui giornali e sul web: la gestione dell'evento da parte di MTV E La7 è stata indecente.
Esibizioni trasmesse in enorme differita ed inframezzate da sproloqui di pseudo-artisti italiani ignorati (giustamente) dall'organizzazione dell'evento.
Ho anche mandato un sms al mitico Pino Scotto su questa vergogna nazionale.
Spero in una risposta delle sue...
4.7.07
Il "Sesto Senso" ci ha fregati tutti.
In principio fu “Il Sesto Senso”.
Poi sono arrivati “I Soliti Sospetti”, “Saw” (1, 2, 3 e prossimamente 4), “Unbreakable”, “The Village”, “The Others” e tanti altri che adesso mi sfuggono.
Sono arrivati, ed hanno cambiato il nostro modo di vedere i film.
In peggio.
Sì, perché prima dell’arrivo di questa ondata di film con il finale a sorpresa, quando si guardava un film ci si interessava alla storia.
C’era un inizio, che era fondamentale, perché doveva destare interesse.
C’era uno svolgimento, che doveva appassionarci raccontando degli avvenimenti (amori, amicizie, tradimenti, morti).
E c’era un finale, che aveva solo (per modo di dire) il compito di concludere degnamente la storia.
Di essere all’altezza di tutto il resto.
Questa era la funzione del finale: chiudere la storia.
Nella miglior maniera possibile, aggiungerei.
E basta.
Il finale doveva essere funzionale alla storia e non il contrario.
Perché vedete… è proprio questo il punto.
I film stile “Il Sesto Senso” hanno imposto questo nuovo meccanismo narrativo dove tutto avviene in funzione del finale a sorpresa.
Quasi non interessa a noi spettatori seguire con attenzione quello che succede durante la storia.
Siamo lì che aspettiamo IL FINALE.
Il colpo di scena che darà un senso tutto nuovo a quello che abbiamo visto fino a quel momento.
Non dico che i film con il finale a sorpresa che ribalta le carte in tavole siano brutti.
Alcuni tra quelli che ho elencato sono ottimi film.
Però sono convinto che questo stratagemma narrativo sia, alla resa dei conti, sbagliato.
Perché sminuisce tutto ciò che c’è tra l’inizio e la fine di un film.
Cioè la storia stessa, il cuore del film.
Il che non è poco.
Non è affatto poco.
Non siete d’accordo?
Allora vi invito a fare una prova.
Provate a rivedere uno dei film che ho citato all’inizio, avendo già chiara in mente la rivelazione finale che mette tutto sotto una luce diversa.
E ditemi se, aldilà del giochino di controllare se ad una seconda visione il meccanismo narrativo escogitato dagli autori regge, il film vi appassiona.
Io dico di no.
E sapete perché?
Perché la storia che hanno escogitato gli sceneggiatori e i registi di turno è scialba, ma così scialba che quando superiamo la cortina fumogena del finale ad effetto scopriamo con un pizzico di delusione che dietro non c’è niente.
Proprio un bel niente.
2.7.07
99 giorni all'alba.
Mancano 99 giorni, all’incirca.
99 giorni ed un cerchio iniziato cinque anni fa, in un modo o nell’altro, si chiuderà.
E si volterà pagina.
Non posso prevedere cosa ci sarà, alla fine di questi giorni.
Non posso neanche sapere come sarà, ciò che arriverà dopo questi 99 giorni.
So solo che sarà qualcosa di diverso da ciò che è stato sinora.
Finiranno i sacrifici.
O forse saranno solo sostituiti da altri.
Cambieranno le priorità.
Ci sarà più azione.
E meno studio.
Il meno possibile.
Zero, se dipendesse da me.
Ma prima di scoprire cosa succederà bisogna affrontare questi 99 giorni.
Forza e coraggio.
Calma e gesso.
La nottata è ancora lunga.
Anche se riesco già intravederle, le prime luci dell’alba…
1.7.07
IDOLO ASSOLUTO!
Si chiama Pino Scotto e se volete ascoltare la VERITA' non dovete fare altro che guardare i filmati che trovate qui sotto.
Pino Scotto e la musica di Laura Pausini
Pino Scotto su Dj Francesco
Pino Scotto su Fabrizio Moro e Zero Assoluto
Pino Scotto sul Grande Fratello (con riflessione finale sull'Italia in generale)
Pino Scotto su Uomini e Donne
Pino Scotto su Mondo Marcio e Omar Pedrini
30.6.07
Soldi Spesi Bene.
Un bel po’ di anni fa ero al cinema per vedere “Godzilla” e prima di entrare in sala incontrai un tizio che usciva entusiasta dalla visione del primo spettacolo.
Disse che il film era un CAPOLAVORO ASSOLUTO nel suo genere e che non ci avrebbe affatto deluso.
- Non vi pentirete di aver scelto questo film. - Disse.
- Vedrete, non vi deluderà. - Ribadì.
- Sono soldi spesi bene. - Fu la frase con al quale si congedò sorridendo.
Il film si rivelò una delle più grandi cagate degli ultimi 30-40 anni (ma oserei dire del secolo).
All’uscita io e i miei amici andammo in giro per la città sulle tracce del subdolo individuo che ci aveva illusi parlando di capolavoro.
Volevamo riempirlo di legnate.
Purtroppo per noi e per sua fortuna non riuscimmo a scovarlo.
Ieri ho visto “Transformers”.
Ho visto un protagonista impacciato, nerd e simpatico come non se ne vedevano da un bel po’.
Ho visto Megan Fox sul grande schermo.
Ho riso di gusto grazie alle dosi massicce di umorismo che (per fortuna!) gli sceneggiatori hanno deciso di infilare nel film.
Ho visto autovetture e camion trasformarsi in robot in maniera assolutamente realistica e strabiliante.
Ho visto robottoni così grandi e grossi da occupare tutto lo schermo.
Ho visto Megan Fox sul grande schermo.
Ho visto citazioni e strizzatine d’occhio a un bel po’ di film vecchi e nuovi (da E.T. a Kill-Bill passando per Armageddon).
Ho visto il più grosso scontro tra robottoni mai visto al cinema.
Ho visto Optimus Prime chiudere il film con una frase presa pari pari dal cartone animato (roba da pelle d’oca!)
Ho visto Megan Fox (ma forse l’ho già detto…)
Questi sette euro e cinquanta sì che sono stati soldi spesi bene.
P.S. Forse, se proprio si deve muovere un piccolo appunto al film, Megan Fox non si è spogliata. Neanche un po’.
Peccato.
Beh, almeno ho scovato questo simpatico filmatino su YouTube dove la si può vedere in bikini…
26.6.07
E pensare che...
..c'è ancora qualche imbecille che liquida i fumetti come roba per bambini.
"Mamma, torna a casa" è un'opera dolorosa, intensa e struggente sull'elaborazione del lutto.
La mia recensione per ComicUs potete trovarla QUI.
21.6.07
La morra cinese del comunicare.
La morra cinese del comunicare segue regole strane.
Sono regole tutte sue.
Che è difficile comprendere.
C’è Elisabetta che guarda il mondo da una piccola finestra sul suo piccì.
La chiamano chat ma lei l’ha confusa con il mondo.
E crede che la parola “contatto” sia sinonimo di amico.
Ne ha ottantasette, equamente distribuiti tra ragazzi e ragazze.
Un elenco di contatti (pardòn, di amici) così lungo che per vedere chi è in linea e chi no ha bisogno di scorrere su e giù su e giù su e giù e poi giù e ancora giù quella benedetta rotella in mezzo agli occhi del topo.
Un elenco di contatti (ancora con questa parola? Vuoi proprio farla arrabbiare? Sono A-M-I-C-I) così lungo che soltanto per dire “ciao” a quelli collegati (in media ventisettevirgolacinque) le fanno male i polpastrelli.
Se giochi alla morra cinese del comunicare con Elisabetta puoi star certo che a vincere sarà la chat.
E le emozioni, qualunque esse siano, staranno tutte dentro un emoticon.
C’è Vittoria che ha tante vite diverse ma tutte passano attraverso i circuiti del suo cellulare.
Un tempo le piaceva parlare di persona, guardare la gente negli occhi, osservarne i gesti che accompagnano le parole.
Era una tradizionalista, lei.
Quando le hanno regalato quell’aggeggio, per poco non si metteva a piangere. All’inizio non voleva neanche saperne, di usare quellaffarelì, come lo chiamava lei.
Temeva di perdere la libertà, di sentirsi controllata.
Poi qualcosa è cambiato.
Altro che sentirsi controllata.
Era lei a controllare gli altri, uomini per lo più.
E non doveva fare quasi niente, solo usare bene quellaffarelì.
Poteva amare ed essere amata da tanti uomini contemporaneamente. E tutto grazie a quellaffarelì.
Poteva farlo senza paura di farsi scoprire.
Perché le parole mentono, ma gli occhi no.
E i suoi, di occhi, chi poteva vederli attraverso il segnale disturbato e singhiozzante di un cellulare?
Se giochi alla morra cinese del comunicare con Vittoria sappi che a vincere sarà il cellulare.
E le emozioni, qualunque esse siano, dureranno il tempo di uno squillo.
Poi c’è Gabriele che si tiene tutto dentro.
“La timidezza ti frega” gli hanno sempre detto e continua a dirselo anche lui, qualche volta, tanto per tenersi in allenamento.
Non ha mai rischiato, non ha mai espresso i suoi sentimenti, fino al giorno in cui ha scoperto l’esistenza degli SMS.
Gli amici glielo dicevano - usa gli SMS che andrai alla grande - ma lui non si fidava.
Ha fatto anche un salto su Wikipedia, per capire di cosa si trattasse. Short Message Service, ha letto e, pur non capendo una parola d'inglese, gli si è aperto un mondo.
Ci ha messo un po’ di tempo a capire come andavano usati, a capire che, se proprio non riusciva a starci dentro, quello che voleva dire, poteva metterne insieme due o anche tre e persino quattro.
Certo, c’era il rischio delle incomprensioni, c’era il rischio che arrivassero incompleti o, peggio ancora, che non arrivassero proprio.
Ma erano rischi che preferiva correre piuttosto che continuare a restare muto, o magari a girare e rigirare con le parole intorno alle cose al punto che neanche lui, alla fine, riusciva a ricordare cos’è che aveva intenzione di dire.
Se giochi alla morra cinese con Gabriele posso dirti fin da ora che a vincere saranno gli SMS.
E le emozioni saranno solo e soltanto quelle riconosciute dal sistema T9.
La morra cinese del comunicare segue regole strane.
Sono regole tutte sue.
A volte vince la chat.
A volte il cellulare.
Altre gli SMS.
Ma a vincere sempre è la solitudine.
19.6.07
Di catene, manette ed altri legacci.
Trailer originale del film Luna di Fiele (1992) regia di Roman Polanski
I rapporti di coppia sono rapporti di potere.
C’è sempre uno che comanda. Ed uno che obbedisce.
Uno che ferisce. L’altro che sta male.
Uno che vince. L’altro che perde.
Il pareggio è soltanto un’apparenza.
L’illusione di un equilibrio difficilissimo da trovare quando non impossibile.
Il preludio di una nuova resa più amara della precedente.
Perché incondizionata.
I rapporti d’amore sono rapporti di potere.
Fateci caso, ma quando parliamo dell’amore e delle sue conseguenze usiamo spesso termini ed espressioni che evocano la guerra.
“L’ha conquistata”
“L’ha colpito”.
“Si stanno facendo male a vicenda”.
“Sta a pezzi.”
“E’ distrutto”.
“E’ stato un duro colpo”.
Non è per niente un caso.
Le parole non mentono, semmai sono gli uomini a farlo.
Nei rapporti di coppia i compromessi sono all’ordine del giorno.
C’è un momento, quando uno dei due è ormai logorato dalle schermaglie quotidiane, fiaccato e pronto ad arrendersi, se ancora non lo ha fatto, o ad ammettere la sconfitta che si è già verificata sotto la superficie, in cui spunta la carta del compromesso.
È il jolly che consente di rinviare la resa dei conti finale, di far respirare un po’, di far guadagnare tempo e riorganizzare le idee.
Ma è anche l’esatto opposto, la nemesi in carne ossa e “allora facciamo così: oggi si esce con i miei amici domani con i tuoi” dell’energia spensierata, primordiale e disinteressata che caratterizza l’innamoramento nella sua fase iniziale.
Quella più pura.
Quando non pensiamo ad imporci ma, al massimo, ad esporci.
Quando siamo pronti a metterci in gioco, anche coprendoci di ridicolo, se necessario.
Spinti da un’energia incontrollata ed incontrollabile.
Dal desiderio di lasciarci andare.
Incoscienti, carichi di ottimismo e fiduciosi del fatto che, dall’altro lato, si starà pensando solo e soltanto ad amare.
E mai e poi mai ad avere la meglio.
Ottimisti e fiduciosi del fatto che, dall’altro lato si starà pensando solo e soltanto ad amare.
E mai e poi mai ad allestire una prigione con tanto di catene, manette ed altri legacci.
18.6.07
Nella vita bisogna schierarsi...
No, parlo di cose ben più importanti.
Di scelte di campo che non consentono tentennamenti, ambiguità, ripensamenti.
Di scelte di campo definitive e cariche di conseguenze importanti.
Windows o Mac.
È questa la SCELTA per eccellenza.
Ed io, al riguardo, non ho alcun dubbio…
ps. tra stasera e domani i primi post scritti con l'aiuto del nuovo arrivato.